Leggendo le nostalgiche recensioni sui videogiochi, ho notato che il presente è stato più volte menzionato e mai recensito. Essendo un amante dell'Amarcord (anche del film di Fellini), sperando di fare cosa gradita provo a recensire un "gigante" della mia gioventù.

Anno Domini 1987. I "gemelli" cominciano a spopolare nel famoso bar che aveva ospitato "Ghost ‘n Goblins" e "Golden Axe". Il primo, biondo, occhi azzurri, divisa di uguale colore. Il secondo, se chiamato all'appello, rosso, occhi rossi (?), altrettanto per la divisa. Dopo aver posteggiato nel garage Matin quella che si presume una Ferrari, si tuffano a capofitto in una sequela di mazzate veramente sonore, sempre per liberare ‘sta maledetta ragazza (poi gli uomini sono bastardi...).

Era bellissimo ascoltare gli effetti sonori scaturiti da ogni pugno assestato, pensando divertiti e senza ombra di dubbio agli sganassoni di Bud Spencer e Terence Hill. Era bellissimo veder picchiare i nemici con una violenza allora intensa. Prenderli per i capelli e spaccargli il naso con una buona dose di ginocchiate per poi farli volare sul selciato. Chi è che non si è divertito a fare ciò al rallentatore per vederli sussultare sulle punte dei piedi ad ogni ginocchiata ricevuta? Su, scagliate la prima pietra! Certo che eravamo cattivelli da ragazzi!

Si iniziava con i "tamarri" o i "muratori", brutti ceffi in canottiera che pestavi con una certa facilità. Le "puttane" (chissà perché le donne violente nei videogiochi debbano per forza prostituirsi!) in latex viola e rossetto fuori ordinanza che ti picchiavano a suon di nerbate. Il gigante che appariva dopo la pubblicità del Maggiolone abbattendo un sipario di mattoni. Quello era tremendo. Specie se si accaniva consumandoti con tre pesanti pugni in rapida successione. Potevi scagliargli barili di petrolio, bidoni dell'immondizia o prenderlo a bastonate, frustate, coltellate ma era sempre temibile.

Si continuava nel quadro "del montacarichi". Breve ma intenso, dove purtroppo incontravi i "verdi". Tipi bellocci in divisa smeraldina e occhi chiari. Ossi duri che utilizzavano i tuoi stessi metodi di linciaggio e possedevano la tua stessa dinamicità. Fonti di una buona ridda di invettive se ti colpivano a gomitate, tecnica assolutamente prediletta e sicuramente efficace. Le imprecazioni poi aleggiavano se cadevi nel fosso oltre la rete di ferro, o se da quel maledetto ascensore verde ti circondavano per ridurti ai minimi termini.

E la foresta? L'anticamera del quadro finale era il livello più lungo, dove non potevi permetterti di perdere la vita, premettendo che le possibilità di defungere erano davvero molte. Potevi rimanere stordito dallo schiaffone al quadrato di "A-Team", saltare in aria con un candelotto di dinamite, essere schiacciato dal macigno che ti lanciava "Hulk" o magari recuperare il primo calendario a disposizione e inveire contro i santi del mese se cadevi in acqua mentre cercavi di superare il vuoto lasciato dalle travi divelte dal ponte di legno. E li ne sono volate tante.

E' finita? Noooo! Giunti al palazzo del "mostro finale", dovevi fare i conti con dei diavoli ornamentali che tentavano di infilzarti con delle lance, calcolare bene le distanze e i movimenti per evitare che un blocco di travertino ti spingesse verso un pavimento per fachiri e dopo aver incontrato nuovamente una folta delegazione dei nemici abbattuti fino a poco prima, arrivava, con tutta tranquillità e armato di fucile mitragliatore, il "mostro" che poteva mandarti al mondo dei più con una sola sventagliata di piombo.

Grandissimo videogioco accompagnato da una bellissima e indimenticabile (per chi ci ha passato le giornate come il sottoscritto) colonna sonora che amo ancora fischiettare. Non era di elevata difficoltà, anzi si finiva spesso e continuavi a giocarci, prevalentemente in due, per il puro gusto di terminarlo. All'uopo avevamo organizzato delle squadre a coppia e ci si sfidava mettendo in palio una consumazione al banco per chi concludeva il gioco. Un gelato o una coca-cola.

E ora capisco anche perché il secondo gemello aveva gli occhi rossi. Era incazzato da morire. Mi spiego: al termine dell'avventura, dopo aver eliminato l'ultimo ostacolo, la ragazza si gettava "solo" tra le braccia del gemello biondo! Il rosso si sarà chiesto:" Che gratitudine! Ho le mani gonfie, due ferite da taglio, qualche decina di lividi e un molare pendulo e baci solo lui?" In effetti aveva ragione. E chi è che non si è deliziato guardando le mutandine di lei che si riuscivano a scorgere all'atto del bacio, eh? Vecchie grattugie!

Però, come ci si sapeva divertire con 200 lire! Che bella gioventù! Amarcord!

 

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