Guyver fu pubblicato in Italia dalla Star Comics a partire dal 1994.

Il protagonista, Shō Fukamachi, uno studente liceale introverso, entra accidentalmente in possesso di una sorta di congegno tecnologico a forma circolare. Toccando involontariamente un pulsante il ragazzo lo attiva e viene completamente ricoperto da quella che pare una sorta di corazza. In realtà, si tratta di una sostanza organica, un simbionte alieno, che diventa un’armatura biologica al suo servizio.

Proprio per il fatto di essere ormai in simbiosi con l’armatura, il ragazzo si troverà suo malgrado a dover combattere contro una potente organizzazione criminale (Cronos) che mira a conquistare la Terra, utilizzando anche cavie umane trasformate in mostri (idea dal sapore tominiano)

Abbiamo quindi armature biotecnologiche, ed un protagonista morto-di-mussa che si contrappone ad un nemico super potente; gli ingredienti parrebbero esserci tutti per una storia potenzialmente intrigante, e invece il tutto va a banane abbastanza rapidamente. Si finisce col tirare in ballo extraterresti, simili a certi chiacchierati elohim, e ad appiattire fino all’insipidità personaggi inizialmente interessanti.

Inoltre, la realizzazione del manga si è dilatata nel tempo in modo esasperante, con ritmi da calende greche, e dopo quarant’anni non si è ancora giunti a una conclusione.

Abbiamo chiesto i motivi di queste scelte editoriali direttamente all’autore che abbiamo incontrato all’Imperiale di Sanremo, davanti ad un piatto di salsicce “mezzanotte” ed un bicchiere di Atomic Brewster.

Buon giorno Mister ... mi scusi, ma qual è il nome e qual’è il cognome?

Un l'ho mai hapito manco io. Faccia lei, a sentimento.

Che strano! Come è possibile che lei parli come un livornese?

Gli è che tanto tempo fa il Giappone si chiamava Livorno, e di honseguenza si parlava tutti il livornese, in provinscia lo si parla tuttora.

Il Giappone di chiamava Livorno?!?

Si si. Poi giunse da noi per sbaglio un livornese, della Livorno d’Italia diho, un certo Giuseppe Vespucci, detto Geppone, per via della su grossa stazza, e si mise in testa di aver scoperto terre inesplorate ... ma l’è una lunga storia, un c’ho d’annoiarla.

Senta, parlerei di Guyver, se è d’accordo. Come è nata l’idea per il manga?

Per Guyver mi sono ispiratooo ad Ermete Viholomini

Mai sentito.

Un lo honosce? Come è possibile? L’è il più grande supereroe giapponese! Di molto superiore a superman e batman! Andava in giro con una maschera da scarafaggio delegazionista. Sempre. Notte e giorno. Un se la levava mai, manco per andare in bagno. Sicché la sua vera identità l’è sempre rimasta segreta, non come quegli altri due che alla fine lo sanno tutti chi sono veramente.

Ma che ha fatto di così speciale questo Vicolomini?

Beh, per esempio aveva il potere di abbattere gli avversari con l’autostima dopo averli avvelenati con le parole, o di far conquiste con il fascino della divisa frequentando spiagge di nudisti. Un altro dei suoi poteri era quello di preparare un futuro di verdure. Ma soprattutto, l’è stato l’uni-ho essere vivente in grado di rimare con la parola “fegato”.

Guardi, si sbaglia, è Luludia che ha trovato la prima rima con la parola “fegato”.

Sto par de ciufoli! L’ha fregata al Viholomini, il birbone! Quando andavano in giro come Batmanerrobin! lo sanno tutti! Ha mai provato a chiedergli come sarebbe riuscito in codesta impresa? Tira sempre fori le stelline, le orchestrine, la gio-holeria, i trallallà ... un si hapisce una fava. Provi! Provi!

Se capita l’occasione perché no. Tornando a Guyver, ci può spiegare il motivo dei tempi molto lunghi di realizzazione?

Sono rimasto un po’ a corto d’dee e mi son preso un periodo sabbatiho.

Ma può dirci se il manga arriverà mai ad una conclusione?

Qualche mese fa ho fatto una ricerca su google: come terminare in modo originale una storia che parla della lotta tra alieni hattivoni ed umani dotati di bio-armature. Hai visto mai. L’uni-ho risultato che è venuto fori è stato il sito di un certo fanfulla ... gozzilla ... come hazzo si chiamava il tipo ..., comunque, nel sito ho trovato un pippone megagalattiho in cui venivano consigliate app per derubricare le pene d’amore a gas intestinali, altre per far dei bei punti esclamativi senza il bisogno di pillole blu, e poi pubblicità di sufficienza n.13 in compresse per protagoniste dei tempi moderni, con formula appositamente studiata da Hosmopolitan, e da utilizzarsi per considerare qualsiasi hosa dice n’omo, ed in fondo in fondo due proposte di finale per la mia storia. La prima è uno sviluppo della trama inaspettato: far diventare Guyver il sequel di Handy Handy.

Handy Handy?

Handy Handy. Con la C. Quella ragazzina biondina che portava una iella fantascientifiha. L’idea era quella di svelare verso la fine che Al-hampfer, il hattivone, è in realtà Handy Handy dopo un percorso personale particolarmente travagliato simile a quello di Anakin Skywalker- L’idea mi garba, ma non so ancora se la utilizzerò.

E la seconda?

La seconda è il maionese.

Poi è suonata la sveglia.

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