La collaborazione tra Takehiko Inoue ed il network americano ESPN (... boh?) ha portato alla realizzazione di questo webcomic, progetto messo in piedi probabilmente fin dall’inizio con la filosofia della poca spesa/massima resa. Ha l’aria di essere quasi un divertissement che l’autore si è concesso dopo Slam Dunk. Provando ad indovinare al buio un paio di motivazioni che ci stanno dietro oltre al grano, punterei sulla voglia di T. Inoue di dar sfogo ad un po’ di ‘stupideira’ e di dare un ultimo spintone alla sua fama su un terreno per lui ormai sicuro come quello del basket, prima di cimentarsi con un progetto impegnativo e non proprio commercialissimo come “Vagabond”.

La trama è una boiata, non c’è molto da dire. Il torneo spaziale di basket a cui partecipa una rappresentativa terrestre che viene raccontato, pare più un espediente tirato fuori dal cilindro senza doverci pensare troppo per parlare ancora una volta di quello sport, più che un’idea vera e propria. Tutto si risolve abbastanza in fretta. Alla fine ne vengono fuori quattro volumetti, contenenti in gran parte sequenze di azioni di partite, che volano via in un batter di ciglio.

Il motivo per cui a mio parere merita buttare un occhio su questo manga, e per cui mi sono messo a parlarne sono alcuni elementi messi a nudo dallo stile minimale con cui è stato realizzato. Il tratto volutamente grezzo, in particolare nella realizzazione di ombreggiature e pieghe dei vestiti, porta allo scoperto il talento di T. Inoue evidenziando la forza del suo disegno proprio in tavole realizzate con linee essenziali. Probabilmente i limiti di tempo e budget del progetto, più che una scelta stilistica vera e propria, lo obbligano a creare soluzioni per evitare per quanto possibile la realizzazione di sfondi. Se ne trovano di curiose oltre ai molti comodi primi piani, come il particolare utilizzo di colori molto accesi, di effetti sonori in ideogrammi, di linee cinetiche, e soprattutto la creazione di un effetto sfocatura realizzato con un tratto più spesso per i contorni. Personalmente ho trovato anche gradevole il risultato ottenuto con la tecnica a volte utilizzata per l’aggiunta del colore che da un effetto tipo pennarello carioca. Non so di cosa si tratti. Le tavole hanno un inusuale formato quadrato. Per tali motivi mi sarebbe piaciuto acquistare l’edizione italiana, ma ne ho fatto volentieri a meno quando ho visto lo sproposito che costava. Ho continuato a leggermelo in inglese, quando ne avevo voglia, su un sito che tutti gli amanti di fumetti manga conoscono.

Probabilmente non è il momento più opportuno per parlar di fumetti, ma questa ce l’avevo pronta e la pubblico. Se a qualcuno interessa l’argomento se la leggerà quanto ne avrà voglia.

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