L'attenzione ai dettagli. Se dovessi descrivere questo film in tre parole direi così. Non un film semplice da vedere, nemmeno un capolavoro, ma un opera fuori dal coro che non contempla vie di mezzo: o piace o non piace. I temi che si contendono il palcoscenico sono due, sullo stesso piano di valenza.
Da una parte il menage di una famiglia tipo degli anni '60, con particolare attenzione al rapporto padre / figlio maggiore di tre maschi. Dall'altra la Natura, col suo fascino, i suoi misteri, vista sotto un ampia gamma che va dal molto piccolo al molto grande. E questi due piani un filo sottile come un sussurro li tiene insieme: domande e affermazioni che ci facciamo segretamente, forse - o sicuramente - anche retaggio di tradizioni ed educazioni, ma che comunque ognuno più o meno spesso sente dentro di sé: Ci sei?, Chi sei?, se Ci sei come sei?
La storia che vede protagoniste gli Uomini si capisce un po' alla volta, si intuisce, e quello che non si capisce si interpreta. Del resto è come deve essere un buon film. Un padre autoritario (Brad Pitt), una madre dolce e debole molto innamorata che perdona tutto o quasi. Un padre che vorrebbe crescere i suoi figli forti come lui, ma che proprio in questo cosciente intento non riesce e fallisce; almeno crede di fallire perché per lui un figlio maschio è impensabile che possa essere introverso e non esuberante, docile e non aggressivo, sensibile e non "duro". Il risultato è che si fa allontanare dai figli, non entra in loro. Non si fa amare, soprattutto nei confronti del primogenito. Sul quale è incentrato molto il lato psicologico del film.
Bravo Brad Pitt, attore poliedrico che ben conosciamo, non giudicabile Sean Penn per il lieve peso attribuitogli, ottima Jessica Chastain molto espressiva nel ruolo di moglie affettuosa madre tenera ed anche compensatrice dell'amore paterno mancante.
Ma chi è padre nella realtà, come chi scrive, si immedesima in quel padre di famiglia, a volte lo giustifica più spesso lo critica. Riconosce certi propri errori, anche se non così gravi, li rivede nel film, comprende le reazioni del figlio maggiore e ci vede un po' il proprio figlio. E tutto questo lascia un po' d'amaro in bocca e il desiderio di poter tornare indietro, poter non fare cose che invece ha fatto. Questo proprio perché questo film è ricco di dettagli.
Ed infatti per ultimo nell'analisi di questa fase dell'opera mi sono tenuto, perché tocco forte, il taglio delle scene e soprattutto la descrizione dei particolari, a volte apparentemente insignificanti, ma che elevano il film a film d'autore. I giochi tra bimbi, le azioni solitarie del primogenito, la sua infantile attrazione per la vicina di casa, i dialoghi con la madre, ecc. Tutti questi particolari, queste attenzioni ai gesti spontanei, che sappiamo veri perché ognuno di noi li ha provati: pennellate a formare un quadro realista.
Largo e sapiente uso di macchina a spalla, che caratterizza gran parte del film e lo contraddistingue nello stile. Musiche all'altezza. Montaggio originale e stimolante.
Una attenzione anche ai particolari della Natura, scene semplici e complesse mai viste o sottovalutate dallo spettatore nella sua vita reale. Visioni che fanno riflettere sulla grandiosità del Mondo nel quale viviamo. L'acqua, il mondo vegetale, il mondo animale, il Sole, l'Universo. Proposto con semplici scene, a volte rapide, che fanno meditare lo spettatore sensibile. E allo spettatore distratto fanno notare cose mai notate prima. Che fanno meditare tutti quanti sul significato del titolo, sull'albero della Vita. Intesa in senso lato perché, come ben ci spiega Malick, la Vita va intesa nella sua globalità, di tutta la Materia esistente, affinché non ci si dimentichi mai che dietro, anzi sopra le nostre occupazioni e preoccupazioni di tutti i giorni, facciamo parte di una colossale misteriosa fantastica Vita. Che abbia creato Qualcuno o che ci sia da sé. E questo per certi versi ha un'importanza relativa.
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Di Hellring
"Ci sono due vie per affrontare la vita: la via della natura, e la via della grazia."
"Un giorno cadremo e verseremo lacrime, e perderemo tutto, ogni cosa."