Ian Wallace (1946-2007), recentemente deceduto per tumore, è stato un batterista con una lunga ed onorata carriera di sessionman (ha suonato, tra gli altri, con Suona con Alexis Korner, Ten Years After, Humble Pie, Bob Dylan, Crosby, Stills & Nash, Jackson Browne, Traveling Wilburys, Tim Bukley) ma è soprattutto noto ai fan dei Crimson per averci militato qualche mese nella line-up che registrò "Islands" nel 1971 e che girò in tour nei mesi seguenti.

È noto che il suo stile molto "loose" non sia amato da alcuni fan, che magari preferiscono quello più preciso (da orafo) di Michael Giles o quello più piro-tecnico di Bruford, tuttavia non può non intrigare questo recente progetto che lo vede, insieme a Joey Nardone al piano (bravo) ed a Tim Laden al fretless bass (ottimo, vi assicuro che non fa rimpiangere Tony Levin), reinterpretare una significativa selezione del repertorio dei Crimson (con anche brani degli anni '80) per trio jazz.

Intendiamoci, il modello di mastro Mehldau e delle sue reinvenzioni di brani pop-rock (Radiohead, Beatles, Paul Simon e compagnia bella) è inavvicinabile e non tutti i brani sono all'altezza (la versione di Cat Food, in particolare, è piuttosto moscia) ma mi sento di dire che il trio ha fatto centro con almeno quattro pezzi: 21st Century Schizoid Man (per inciso già registrata dagli stessi King Crimson in versione Jazz in uno dei vari ProjeKCts), Three of a perfect pair, Starless e I Talk to the wind (in queste ultime due apprezzabile il lavoro di mimesi di Wallace che imita Bruford nella prima e Giles nella seconda).

Prima della prematura scomparsa di Wallace il trio ha fatto anche in tempo a registrare nel 2006 un secondo volume, di imminente uscita, impreziosito dal contributo di Jakko Jakszyk (Level 42, 21st Century Schizoid Band) e Mel Collins: un nuovo meeting schizoide.
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