Se avessi dovuto basarmi sul nome del gruppo per comprare il loro cd probabilmente ora non starei scrivendo questa recensione; di gruppi Death Grind ne ho visti a bizzeffe, alcuni con nomi disgustosi altri con nomi al limite de grottesco ma nomi così scontati e stolidi ne ho visti molto raramente. Per fortuna in giro c'era già qualche recensione che mi ha spinto, non senza dubbi, a procacciarmi il dischetto in questione.

C'è chi definisce la proposta di questi tizi come Industrial Grind, ma personalmente ritengo assolutamente inutile coniare definizioni appositamente per un gruppo in assenza di un filone. Anche perché se proprio vogliamo fare i pignoli, la definizione meglio si confà agli australiani Berzerker, connazionali di questi The Day Everything Became Nothing. Australiani come i Blood Duster e come i Fuck... I'm Dead! (questo si che è un nome geniale), quest'ultimo gruppo con il quale condividono uno o due membri. Al di là di discutibili catalogazioni, la loro musica è definibile come un Death Grind molto simile come sonorità a quelle dei Cock And Ball Torture ma senza le venature smaccatamente Punk della band tedesca. Apprezzabili anche alcune influenze dei Napalm Death del periodo che va dal 1990 al 1996, vale a dire il momento della loro carriera più improntato sul Death più classico e pesante.

"Invention: destruction" è un album che gira sempre su tempi abbastanza tranquilli e moderati; insomma, se proprio vogliamo andare a vedere di Grind ce n'è ben poco e quel poco che c'è si esprime solamente attraverso la durata breve delle canzoni (tre minuti le più lunghe), la poca tecnica necessaria ad eseguirle e una attitudine volta quasi esclusivamente allo scasso più puro.

Alcuni dicono che il disco nasconda dei messaggi subliminali e che dietro al muro di suono si celino tematiche impegnate: personalmente non ho letto i testi ma a giudicare dai titoli delle canzoni non credo sia così. L'unica differenza tra questa ed altre band è che loro hanno optato per titoli lapidari formati tutti da verbi (all'imperativo?) monosillabici tutti molto delicati ("Cut", "Burn", "Flay", "Burst", "Crush", "Press" ed altri che non mi ricordo). Non so voi, ma io non ci vedo questo grande ermetismo...

Sotto un profilo musicale il discorso cambia parecchio; i nostri creano un muro di suono veramente invidiabile, "catchy" come se ne sentono pochi e, per fortuna/purtroppo senza ricorrere alle solite tematiche Porno Gore che, sebbene divertenti, alla lunga perdono senso. Il suono della chitarra è bello paffuto, rotondo e pesante come il piombo; ovviamente l'effetto finale non è solo da attribuire all'ottimo miraggio, ma anche e soprattutto al riffing, composto appositamente per fare male e forgiato come una mazza ferrata. Pochi fronzoli, questo è certo, poca (ma che dico, pochissima!) tecnica ma una grande intuizione nel scegliere le note giuste. Ci sono quelle canzoni che, anche se non sono niente di speciale, sono fatte dai riff giusti messi al momento giusto; e questo è esattamente quello che san fare i nostri australiani.

Dietro le pelli troviamo non certo un asso della batteria, ma un ragazzo che se ne infischia dei canoni del genere (tutto Blast Beat e velocità folli) e regala una prestazione incredibilmente pulita rigorosamente in Mid Tempo. Ci tengo a specificare che anche il suo strumento è triggerato alla perfezione anche se talvolta passa un po in secondo piano (specie il rullante) rispetto alla chitarra. Inesistente è il basso, quindi non spenderò tempo a parlarne. Infine una menzione la merita la voce, registrata di sicuro con l'ausilio di qualche cazzillo elettronico che la distorce, ma assolutamente adeguata al contesto. Qualsiasi dubbio abbiate riguardo questa band, vi ripeto che è molto simile ai Cock And Ball Torture, solamente che pesta di meno sull'acceleratore (non che i tedeschi ne abusino) e forse per questo risulta perfino più pesante. Le canzoni sono il pane per tutti gli Headbangers più incalliti (e non solo), vere mazzate nelle sulla schiena che però riescono ad essere non solo mai fine a se stesse, ma perfino divertenti. L'ascoltabilità del cd è molto buona e nonostante sembri una battuta scivola decisamente senza attriti e facendo un po' l'effetto che farebbe un disco Thrash imbottito di dinamite.

Se vogliamo trovare un difetto ad "Invention: destruction" è il fatto di non avere mood e di essere un tantino monocorde (un po' di velocità in più ogni tanto non guasterebbe); insomma, anche se si fa ascoltare volentieri e se di canzoni da buttare non ce n'è nemmeno una, non lascia grandi tracce anche dopo ascolti multipli. Se invece gli vogliamo trovare un pregio è la longevità e la naturalezza: un disco assolutamente trasparente e privo di grandi ambizioni, capace di regalare momenti di grande impatto e che soprattutto non stufa in fretta. Il voto che prende potrebbe tranquillamente essere arrotondato per eccesso alle quattro stelle ma se penso che ho dato quattro anche a "Annihilation Of The Wicked" dei Nile, mi dispiace, ma ho qualche remora...

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