Grazie a questo E.P. i Duke Spirit hanno catalizzato l’attenzione dei media britannici, sempre in cerca di nuove band da idolatrare e poi magari buttare nel cesso al primo singolo steccato. Nel bene o nel male…ancora New Wave.

Ecco giustificata quindi la loro presenza, la scorsa estate, sui palchi dell’ ‘NME Riot Tour’, a fare da gruppo-apertura per i Razorlight di Johnny Borrell. In attesa dell’album di debutto, ‘Roll Spirit Roll’ offre un ottimo scorcio sul potenziale di una band fortemente ispirata, satura fino all’inverosimile di allucinazioni e rimandi seventies che neanche Terry Gilliam nelle sue pellicole più riuscite. Tutti coloro che erano rimasti impressionati da Phoenix dei Warlocks farebbero bene a prendere carta e penna. Psichedelia e rock. Ma rock di vecchio stampo, senza nuove batterie in stile metronomo di precisione ad alta frequenza dal sound filtrato. Un sound sanguigno, potente quando serve, distorsioni e ballate che suonano come delle ninne-nanne malefiche.

La voce di Leila, dal timbro davvero irresistibile, trascina lungo il più affascinante dei sentieri, prima di abbandonare l’ascoltatore tra le grinfie di chitarre ‘piuttosto arrabbiate’, figlie di William Reid. Nella prima intervista che mi hanno concesso (che poi è anche l’ultima!) giurano che il loro sound non c’azzecca granchè con quello dei Black Rebel Motorcycle Club. Non provassero a fare per niente i furbi: agli “uomini in nero” assomigliano e come, soprattutto per quel basso effettato e distorto, spina dorsale di un rock che quando prova a non fare il ruffiano, come ‘Salt The Stings’ tocca sonorità noise, ma in un modo mai fastidioso.
Non originali, anzi piuttosto derivativi, ma non per questo meno promettenti e validi. ‘Howling Self’ è semplicemente una delle migliori canzoni indie rock che il sottoscritto ha fischiettato ultimamente. I Concretes non reggono il confronto neanche per più di dieci secondi. Buona l’anteprima.

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