Dodici anni fa i The Feeling esordirono con quello che di lì a breve si sarebbe rivelato un album d’esordio di grande successo, “Twelve Stops And Home”.

A fine anno fu capace di vendere 900.000 unità nella sola Gran Bretagna (doppio platino) ed un milione e mezzo di dischi complessivi nel mondo, oltre ad arrampicarsi fino alla ventesima posizione della Top Heatseekers negli Stati Uniti. Tutt’ora considerato un piccolo gioiellino che quasi riuscì nell’impresa titanica di rilanciare il soft rock ad alti livelli commerciali, viene ristampato quest’anno dopo una completa rimasterizzazione e con ben tre dischi bonus ricchi di materiale inedito.

Dopo questo folgorante esordio, la carriera dei The Feeling è incappata in un lento ed inesorabile declino; il secondo album “Join With Us” raggiunse la numero uno in UK sfruttando la grande attesa ma fallì nel bissare il successo del predecessore, mentre i due dischi successivi fallirono quasi completamente anche a livello artistico. Bisogna arrivare al 2016 per un buon album eponimo, passato però quasi completamente inosservato visti i precedenti lavori che hanno portato alla disaffezione del pubblico.

Questa operazione rilancio/nostalgia quindi ha il velato obiettivo di rimettere un punto e ricominciare da quanto fatto di buono in passato; come detto, si tratta di un ottimo disco, trainato certo dal classicone “Sewn” (hit piuttosto invadente anche qua da noi in Italia), ma capace anche di proporre autentici gioiellini pop rock del calibro di “Fill My Little World” e della stellare “Kettle’s On”. Non si tratta comunque solo di un album soft ed educato; ci sono momenti leggermente più vitali e serrati come “Love It When You Call”, riuscito divertissement à la The Darkness, e l’opener “I Want You Now”, che si amalgano perfettamente all’afflato malinconico dei cinque di Horsham.

Nei dischi due e tre troviamo una ricca collezione di demo, versioni alternative e cover; da segnalare in tal senso le demo di “This Time” e “Join With Us” che saranno poi destinate al secondo album, una divertita cover live dell’abusata “Video Killed The Radio Star” e una versione embrionale di “Sewn” come inizialmente concepita dal frontman Dan Gillespie. Il quarto disco propone, invece, un ricco documentario sulla band.

Una ristampa utile a rispolverare un piccolo gioiellino pop rock di meta anni duemila, forse dimenticato troppo presto. Molto probabilmente non servirà a risollevare una carriera ormai dormiente come quella dei The Feeling, ma di certo ci permette di riascoltare una buona infornata di ottimo artigianato pop rock, ormai merce sempre più rara.

Traccia migliore: Kettle’s On

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