Dopo la buona base di partenza, con l’ep “Caos melodico” i The Hornet’s ritornano con "Oceano", secondo lavoro della band irpina. Come per la maggior parte delle band della scena indie, il salto di qualità tanto sperato non avviene. La semplificazione di architetture e suoni comporta la perdita di mordente, lo percepiamo in maniera chiara già nel brano di apertura, sonorità oneste ma che giungono all’ascoltatore come tappezzeria sonora priva di forza, tale da non renderla credibile nel panorama della musica italiana. La novità di aggiungere tastiere e synth, non sembra una scelta azzeccata (fatta eccezione per "404"), le chitarre sembrano quasi scomparire e anche la batteria si mantiene su linee elementari. Per il resto, la scrittura continua in quell’imitazione edulcorata di sé stessa che probabilmente continuerà ad accontentare i 4 per molto tempo, trasportandoli invariabilmente in riparate e notturne scenografie dissolute, come nel ciondolante pop urbano di “Berlino”, o nella progressione di “Demoni”. I The Hornet's suonano come uno stanco, piccolo progettino hipster, il consueto rant baritonale del frontman accompagnato dal frammentato post-punk schizoide della band. Questo e pochissimo altro è “Oceano”: un dischetto curato, pulitino, rassicurante, ma poco incisivo, del quale (ahimè) temo ci dimenticheremo molto presto.
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