Ci sono gruppi che si sciolgono di colpo, che ti lasciano quell'amaro in bocca per la possibilità persa di vederli suonare di nuovo dal vivo. Poi magicamente ricompaiono: chi per soldi, chi legato a operazioni commerciali e chi ancora per la voglia di tornare a scaldare gli animi dei loro fan più esigenti.
La motivazione di questa reunion penso sia legata soprattutto alla promozione della rimasterizzazione dei primi 4 dischi delle Lucertole di Gesù. Eppure sappiamo per sentito dire (almeno per quanto mi riguarda) che questo è uno di quei gruppi che si disseta solamente con il contatto fisico della propria platea.
Agitato. Prima del loro live lo sono, altrochè, per uno che ha praticamente consumato e metabolizzato "Goat" e "Down" per anni non può essere che così. Poi di colpo mi tranquillizzo mentre decido di fumarmi una sigaretta all'esterno del locale notando un tipo molto tranquillo che sta per i fatti suoi e non sembra minimamente interessato al lento aumento di affluenza. Quel tipo è David Yow, pacato, sicuramente più in forma di quello che mi immaginassi, intento a fissare il vuoto mentre aspira avidamente una sigaretta dopo l'altra.
Ci vorrà ancora un'oretta prima dell'inizio, dentro si muore dal caldo, la piccola sala è gremita all'inverosimile, c'è puzza di sudore, il vapore inizia a scivolare lentamente dalle pareti. Questa scena è molto simile a quella vista più e più volte sul loro dvd registrato al Milo Club di Boston nel 1994. Stiamo per vedere uno dei gruppi più importanti e influenti dei primi anni '90!
Di colpo le luci si spengono e prima ancora che venga emessa una sola nota Yow è già sostenuto dalle mani del pubblico, un pubblico caloroso, accogliente, che sa quello che vuole vedere e che verrà ripagato a suon di musica per un'ora e mezza.
Il concerto inizia con "Puss", una mazzata allucinante: al centro della sala è un macello, David vola a destra e a sinistra, i fan creano una barriera forsennata ma assolutamente sicura, non invadente. Sembra che i Jesus sappiano far esplodere la rabbia dei presenti e riescano poi a controllarla senza che nessuno rimanga contuso.
La band è in forma eccezionale, David Wm. Sims è un bassista fantastico, Duane Denison crea note circolari che verranno ottimamente sorrette dai ritmi sincopati di Mac McNeilly (che piacere rivederlo dietro le pelli del suo gruppo). E Yow? Che dire... E' come ritrovarsi a un concerto degli Stooges a Detroit verso la fine degli anni '60. Solo che Iggy scaricava rabbia autolesionandosi e superando ripetutamente ogni limite, questo invece ti sputa in faccia quanto possa far schifo vivere a Chicago o in qualche altro buco del culo del Mondo, ma lo fa riuscendo a contenere il rischio che può derivare dall'iper eccitare una folla di gente.
Il track by track della scaletta mi sembra fuori luogo, anche perchè l'insieme delle canzoni eseguite ha creato un insieme di massa melmosa, malsana, corrosiva di noise sparato a volumi più che accettabili. Mi diverte ricordare David Yow che si fa trascinare in stage-diving fino alla porta di uscita per l'esterno dello Spazio 211 e qui, mentre il gruppo continua a suonare, si ferma a chiacchierare con alcuni ragazzi che stanno fumando tranquilli tranquilli per i fatti loro.
Per i più esigenti ricordo che "Seasick", "Bloody Mary", "Boilermaker", "Mouthbreather", "Chrome" (solo per citare alcuni cavalli di battaglia) sono state eseguite con una precisione che non mi aspettavo da loro, probabilmente influenzato dalle parole di un mio amico ("Li ho visti dal vivo nel '94, sono devastanti ma non sono poi così precisi musicalmente"). Probabilmente i barbiturici hanno fatto il loro tempo, meglio così: abbiamo di nuovo una grande band tra di noi. Per quanto?
PS: Al termine del concerto me ne sono andato con un sorriso stampato in faccia vedendo David Yow che parlava tranquillamente con i propri fan, come se fosse un loro vecchio amico. Grazie anche perchè con questo spettacolo ho potuto apprezzare a pieno un disco che ho schivato per troppo tempo, ovvero "Liar".
Carico i commenti... con calma