Dopo due deliziosi ma informali esercizi di stile - "Acme" e "Plastic Fang" - non erano pochi i fans di culto del periodo "orange" a chiedersi se JON SPENCER sarebbe tornato a quei livelli "Damage" col solito gusto sopraffino del titolo breve, sembra probabilmente destinato a incontrare sia i gusti dei fans più recenti che la nostalgia dei vecchi aficionados per il suono retrivo del passato.

Un album sensazionale, prodotto in modo superbo, intelligente, moderno e classico al tempo stesso già di per sè l'intro farebbe impallidire tante band inutili e blasonate à la Hives, ma tutto l'album è a un livello che non ci saremmo aspettati da Spencer dopo la svolta - intrigante ma furba - di "Acme". Tra tutte una "Spoiled" da brividi, ballata malsana che sembra ritrovare lo spettro di Johnny Thunders in una notte alcolica con mr.Lux Interior [effettivamente quest'album è intriso di moduli crampsiani]. La presenza di David Holmes non solo arricchisce l'insieme ma rende tutto il climax Vegaiano in linea con certe recenti tendenze newyorkesi [che nuove non sono ma è come se lo fossero]. Quanto a Jon Spencer e ai suoi numerosi progetti [qualcuno sa qualcosa delle Boss Hog?]. Beh quest'uomo si conferma artista eccellente, capace com'è di rivitalizzare e dissacrare un suono che in mani altrui sarebbe puro deja vu perchè negarlo?

"Damage" mi ha fatto riscoprire quell'energia incontenibile del rock che ho cercato invano in decine di bands odierne e che - salvo rari casi v. Hellacopters - difficilmente sono rimasti attaccati alla mia pelle più del dovuto.
Questione di passione, di analogie, o semplicemente di amara consapevolezza?

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