Per chi non è interessato al genere, il Southern Rock appare tutto uguale: aria maraglia da duri sotto i cappelloni Stetson, chiome lunghe e panze da birra, esagerato numero di chitarristi e batteristi in formazione, rock blues sanguigno, tosto ma non metallico ecc. ecc.

Al contrario, per i cultori ed amatori, i distinguo non si contano: ci sono i padri fondatori (Allman Brothers), la versione AOR della faccenda (38 Special), i quasi metallari (Blackfoot), quelli molto funky (Wet Willie), quegli altri pieni di cori che tirano verso gli Eagles (Outlaws), la proposta di gran classe e un poco pop (Atlanta Rhythm Section), quelli celeberrimi ma non si sa se annoverabili nel genere (ZZ Top) e così via colle sfumature, fino a giungere ai migliori, semplicemente e per acclamazione (Lynyrd Skynyrd).

La Marshall Tucker Band appartiene ad una sottospecie Southern ancora non citata: quella  la cui abituale base rock tira con evidenza verso il country. In realtà nella loro musica galleggiano bellamente altre cose: rhythm and blues, jazz, gospel... diciamo allora che la componente british (Stones, Cream, anche Beatles), imbastardita e personalizzata ma ben evidente in molti altre realtà di questo genere, da loro è ridotta veramente al lumicino, insomma la Marshall è un gruppo americanissimo se ce n'è uno, con tutto il bene e il male che questo possa voler suggerire al personale gusto musicale degli appassionati.

L'album in recensione è quello d'esordio (anno 1973), probabilmente anche il loro migliore. A capo del sestetto è il chitarrista Toy Caldwell che compone tutto, canta le canzoni più tranquille con squillante timbro country blues, si prende gli assoli massaggiando una Gibson Les Paul a colpi di... pollice! (una tecnica insolita, ma agile e brillante). Quando c'è da urlare e sfoderare gli acuti provvede invece l'apposito lead vocalist Doug Gray. E' in formazione pure un secondo chitarrista ma non per far giochetti di doppia solista, così tipici nel Southern: George McCorkie si limita alla ritmica e lascia a Caldwell tutto il proscenio; l'alternativa alla chitarra solista è invece portata dal flautista e sassofonista Jerry Eubanks. La sezione ritmica infine vede evoluire un secondo Caldwell il fratello Tommy al basso, insieme al batterista Paul Riddle.

L'album si apre con la corposa ed estesa "Take the Highway", in odore di Allman Brothers se non fosse per la massiccia presenza del flauto (questo un vero unicum in ambito Southern) che prima detta la melodia in attesa del cantato e più in là si prende un lungo assolo, cedendo il posto alla sei corde di Toy solo dopo molte battute.

A seguire il capolavoro di carriera "Can't You See": a ben vedere è il solito giro di chitarra RE-DO-SOL, ma la resa di Toy in fingerpicking è stupenda: pochi secondi, il tempo di fare entrare l'animosa voce del suo autore, e si avverte la speciale magia di questa canzone, molto famosa ed amata (negli Stati Uniti). Caldwell, protagonista assoluto, prende a lamentarsi con convinzione e trasporto della solita donna spezza cuori, il flauto di Eubanks e poi il pianoforte del produttore Paul Hornsby vi ricamano bellamente intorno, la canzone rotola gagliardamente indugiando a lungo sul coro tanto semplice quanto mirabile "Can't you see, oh can't you see, what that woman, she been doing to me...": sei minuti di sublime ballata made in USA, dal fascino perpetuo e instancabile.

Un "colpo" di steel guitar introduce "Losing You" e la fase a forte ingerenza country, al centro del disco. Due o tre ballate country blues o country gospel si avvicendano, inframezzate da episodi più rock fra cui svetta decisamente l'assatanata "Ramblin", uno shuffle rapidissimo che rubando continuamente il tempo al ritmo crea entusiasmante "tiro". Tra i continui singhiozzi della ritmica in levare, la chitarra solista del leader sguazza come una paperella nel proverbiale stagno, svelta e sapida. Risultato: gran pezzo e uno dei punti fermi dal vivo per la band, dal primo giorno e per sempre, dilatata anche oltre i sette minuti nelle serate più ispirate.

Ultima, piccola perla in chiusura è costituita dai neanche due minuti di "AB's Song", ovvero Toy Caldwell tutto da solo ad acustica, canto e controcanto, in una confidenziale e grata ode alla moglie Abbie, che sembra presa pari pari da un disco di Simon&Garfunkel.    

Elenco tracce testi e samples

01   Take The Highway (06:10)

Take the highway
Lord knows I've been gone too long
Lot of sad days, yeah
One day you'll turn around
and I'll be gone
And the time has finally come
for me to pack my bags and walk away
Hear me say...
I'll be back someday
But darlin' please don't
wait for me too long
There's just one place I can't stay
Memories of your love still linger on
And the time has finally come
for me to pack my bags and walk away
Here me say....
Take the highway
Take the highway
Take the highway
And the time has finally come
for me to pack my bags and walk away
Here me say...

02   Can't You See (06:00)

03   Losing You (05:02)

04   Hillbilly Band (02:32)

Gatta get home before the sun goes down
Gatta go listen to my favorite sound
It's a hillbilly fiddle and an ol' guitar
Cousin stanely on a corn liquor jar

Sometimes I stay up late at night
A little moonshine whiskey and everything's alright
You'll probably get stuck, ya don't know where ya are
As you stomp your feet to a country guitar

You can have fun I'm tellin' you can
When you stomp your feet to a hillbilly band

Everynight just where I go
I grab me a lady and I dose E doe
Ain't nuthin' in this world I'd rather do
Then to guitar pick some country blues

I'm gonna do a little chicken pickin'
I'm gonna do a little chicken pickin'

You can have fun I'm tellin' you can
When you stomp your feet to a hillbilly band

05   See You Later, I'm Gone (03:01)

06   Ramblin' (05:01)

07   My Jesus Told Me So (05:28)

08   Ab's Song (01:12)

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