Tutto sommato il surf da onda rimane, almeno dalle nostre parti, ancora in parte uno sport di nicchia. Il Mar Mediterraneo che è un mare interno permette di praticarlo per buona parte dell’anno senza tuttavia restituire quella frequenza costante che si ritrova alle Canarie bagnate dall’Oceano Atlantico ed esposte costantemente agli Alisei. Nonostante ciò Sicilia, Sardegna e Toscana hanno tra i migliori spot dove poterlo praticare con soddisfazione.

La surf-mania ha origine negli anni 60’ nelle assolate coste della California dove nelle spiagge si balla al ritmo di “Pet Sounds” dei Beach Boys.

Anche se è più corretto parlare di surf-music come genere vero e proprio soltanto con nomi quali Dick Dale, colui che forse più di tutti diede un grosso apporto alla causa, utilizzando il proprio strumento in maniera liquida, creando quel tipico effetto chitarra bagnata con generose dosi di riverbero. Altri nomi di rilievo al tempo furono Link Wray e The Ventures che insieme al prima citato crearono un vero e proprio movimento.

Come spesso accade nella storia della musica anche per questo sottogenere strumentale del rock ‘n’ roll negli anni Novanta si ebbe un revival a cui diede una mano anche il recupero di un classico quale “Misirilou” di Dale che insieme ad altri venivano inclusi nella colonna sonora di Pulp Fiction di Tarantino.

I Mermen sono un power-trio californiano composti al tempo di questo esordio datato 1989 da Jim Thomas, Martyn Jones ed Allen Whitman.

Riprendono la lezione di un maestro della chitarra quale Dick Dale, apportando gocce di psichedelica che poi saranno più presenti a partire dal successivo “Food for Other Fish”.

La natura, il mare, la montagna vanno rispettati e non sottovalutati. Bisogna ricordare sempre che siamo soltanto ospiti di passaggio di questi ambienti che bisogna lasciare intatti come li avevamo trovati.

Lo spirito dell’Oceano può essere docile, ma divenire tempestoso dopo pochi attimi.

La musica dei Mermen in fondo vive di questa doppia anima tra dolci carezze sul bagnasciuga e brusche correnti elettriche che spingono al largo. Mi piace citare qui “The Goodbye” la traccia di chiusura che con un riff azzeccatissimo e con quel suo tocco malinconico riesce a commuovere facendo viaggiare la mente all’indietro verso i propri posti del cuore. Il mio si chiama Cofete Beach, lunga spiaggia selvaggia, fuori dagli itinerari turistici, che si trova nella penisola di Jandia, nel profondo Sud dell’isola di Fuerteventura. Un posto remoto che richiede un minimo di spirito di avventura e di adrenalina per raggiungerlo, un posto che ti riconcilia con il tuo spirito e ti mette sul cammino verso la pace e l'armonia interiore.

“Ocean Beach” è la colonna sonora di tramonti su lunghe distese di sabbia desolate lunghe chilometri, dove a dominare è il rumore delle onde che si infrangono a riva. Al netto di qualche lungaggine, contiene una manciata di momenti che faranno la felicità di chi nello sport come nella musica cerca vitalità.

Tracce chiave: The Goodbye, Krill Slippin’, Splashin’ with the Marmaid





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