L'oceano, eterna fonte di ispirazione per l'ispirato (?) genere umano. E sicuramente ispirati i The Ocean lo sono. Questo collettivo di 8 ragazzacci tedeschi, guidati dal geniale capellone Robin Staps, che, manco a dirlo, scrive tutte le musiche, i testi, e possiamo immaginare che la sera offra pure da bere, sono autori di 2 cd - questo Fluxion e il recensendo Aeolian - registrati contemporaneamente due anni or sono.

Questo Fluxion mostra decisamente il lato più geniale della band. Quello che unisce musica classica a sludge metal e death metal senza cadere nel solito scragagnafazzo (neologismo) senza partenza, percorso e/o meta. Musica classica che si innesta alla perfezione nella musica, sia dal punto di vista strettamente uditivo, che in quello più profondo, metafisico e spirituale: la forma canzone se ne va a zonzo insieme alla forma suite, decisamente più progressiva, ma anche classica e, perchè no, decisamente molto più figa, basata sui crescendo, alterni fra momenti davvero katifi e larghi spazi dominati dalla vasta strumentazione classica. Lo stesso album è un crescendo, in termini di piacere di ascolto, crescendo che sfocia nella spettacolare Fluxion prima e nella straordinaria Isla del Sol poi.

Potrei dilungarmi sul lato tecnico - ci sarebbe davvero tanto da dire - ma, come soleva dire qualcuno, una poesia, quando la spieghi, diventa banale. Concentriamoci invece sul lato più profondo ed emotivo del disco. Potenza. Potenza, l'oceano è potente e i The Ocean sono potenti, e la musica di Fluxion è Potente, forte, trascinante, si infrange sulle scogliere dell'esistenza umana con un fragore incommensurabile, risale, riscresce. Brevi attimi di pausa ma le onde si calmano solo in apparenza: è una bestia strana, grande, divina in un certo senso. Potente. Questo i The Ocean trasmettono. In realtà mi sento male a dargli 4 stelle, perchè merita più di quattro stelle. Ma non è ancora il capolavoro definitivo. Ma ci siamo davvero, davvero vicini.

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