In quella stagione inglese, denominata "Madchester", in cui l'ecstasy prese il posto della Thatcher, vennero fatte confondere situazioni non solo di non stretta o nulla provenienza geografica, ma anche cose che musicalmente avevano poco a che spartire tra loro.
Fugace apparizione nel firmamento baggy furono i Real People da Liverpool. Nata nel 1987, questa band, formata dai fratelli Tony Griffiths (basso e voce), Chris Griffiths (chitarra e voce), Martin Loppin (chitarra) e Tony McGuigan (batteria), si può considerare la più importante - insieme ai concittadini La's - per la nascita del futuro Britpop tra quelle della predetta scena.
Il loro eponimo album di debutto, pubblicato nel 1991 dalla Columbia Records, è, infatti, una raccolta di canzoni che guardano con decisione al suono Merseyside degli anni Sessanta senza suonare in alcun modo vecchie o derivative, leggere negli intrecci elettroacustici e immortali nelle armonie.
Grazie anche alla limpida produzione di Stephen Street, "The Real People" resta un disco brillante e misconosciuto che, tra il guitar pop dei Beatles e il funk degli Stone Roses, accanto alle tentazioni più ballabili di "Window Paine" e "Open Up Your Mind (Let Me In)", rilegge in chiave ottimistica buona parte dell'indie britannico C-86 ("I Can't Wait", "Everybody's The Same"), finendo per anticipare suoni che diventeranno cari al Britpop ("The Truth").
L'album non arrivò oltre il 59° posto in classifica, ma da molti viene oggi considerato un classico.
Il destino è stato con i Real People ancora più beffardo se si pensa che nel 1993 un giovane chitarrista, Noel Gallagher, chiese loro aiuto per registrare il demo necessario alla sua band per ottenere il primo contratto discografico.
In seguito Tony Griffiths collaborò con gli Oasis nei cori di "Supersonic", mentre il fratello Chris scrisse "Rockin' Chair" con Noel Gallagher e, insieme a Liam Gallagher, il testo di "Columbia", di cui creò anche la melodia del ritornello. Ma questa, ormai, è già un'altra storia.
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