L'esordio dei britannici The Servant fu un caso più unico che raro: zero successo in U.K., buoni riscontri nel resto d'Europa. Proponevano un pop di pregevole fattura venato di influenze elettroniche, quest'ultime paganti dazio all'esperienza del frontman Dan Black con i nostrani Planet Funk. Il cambio di rotta è evidente nel nuovo "How To Destroy A Relationship": via la spolverata di elettronica, la musica di Black e soci si riduce all'osso (i buoni, vecchi amici chitarra et basso et batteria) grazie anche all'apporto di un buon produttore come Jim Lowe (Stereophonics). La mossa si rivela, però, sbagliata: pessimo successo dei primi due estratti, la title-track e "(I Should Be Your) Girlfriend", così che il tentativo di portare il suono a maggior ruffianeria verso il mercato albionico non funziona né in madrepatria, né nella nostra Italia (il dischetto non va oltre la posizione n. 97!). Anche se non tutto il lavoro è da cestinare: buone cose le troviamo soprattutto in "Brains", bell'accenno all'hard rock (ma solo accenno, eh!), l'interessante "Save Me Now" (fantasiosa ritmica di batteria sulla quale Black costruisce un cantato iper-orecchiabile) e la bella apertura melodica nel ritornello di "Moonbeams". Sul piano musicale, il songwriting si avvicina di più a modelli  peraltro dichiarati dallo stesso cantante come gli Smiths, o comunque a sonorità prettamente inglesi che però non calzano perfettamente con i testi allucinati del buon Dan (che ha anche quasi totalmente abbandonato le sue mossette da clinica psichiatrica sul palco -rif. video di "Orchestra" dal primo Lp-). E' comunque una band che, dai prossimi lavori, farà bene a tentare di tornare a proporre sonorità meno preconfezionate e più istintive di quelle di questo disco che, comunque, rimane un passatempo moderatamente gradevole. Ma niente di più.

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