Prima di sciogliere gli Smashing Pumpkins Billy Corgan rese disponibili in download gratuito tre EP e un LP che insieme formarono il doppio album "Machina II". Correva l'anno 2000. Per farsi un'idea di quanto fosse in anticipo sui tempi basti considerare che i Radiohead pubblicarono alla stessa maniera l'album "In Rainbows" ben sette anni dopo, acclamati dalla critica e passando per straordinari innovatori.
Il nostro Billy che era ed è un genio questa volta fa ancora di più, decide di incidere una canzone alla volta e di definire in anticipo soltanto il risultato finale: l'album "Teargarden by Kaleidyscope" costituito da otto EP, probabilmente in uscita completa fra il 2013 e il 2014, pertanto di dimensioni e tempi biblici.
Questo "Songs for a Sailor" è il primo EP pubblicato seguito qualche mese fa dal sorprendente "The Solstice Bar". Cinque pezzi nel segno della migliore tradizione Smashing Pumpkins ma con novità che non possono non sorprendere. Innanzitutto l'eterogeneità delle composizioni, dovuta anche alla distanza, spesso di diversi mesi, fra l'una e l'altra.
Il primo brano "Song for a Son" è un tentativo, incredibilmente quasi del tutto riuscito, di scrivere un classico anni 70, l'assonanza con "Stairway to heaven" è evidente e neanche celata, ed in ciò trovano la loro ragione pregi e difetti della composizione. "Widow Wake My Mind" con la sua apertura melodica solare ed equilibrata è una novità assoluta nel registro compositivo dei Pumpkins. Ai neofiti bisogna ricordare che la voce stridula di Billy Corgan farebbe sembrare ruvida anche l'Ave Maria di Schubert, e così anche questo brano raggiante nel testo e nella musica ci suona inevitabilmente e inconfondibilmente rock.
A rassicurare i fan nostalgici c'è "Astral Planes" che sembra uscito dal leggendario "Mellon Collie and Infinite Sadness". Anche in questo caso è un pò come se l'autore volesse sfidare se stesso e la sfida è scrivere un pezzo acido e incalzante come lo furono un tempo "Zero" e "Jellybelly". Il parere di chi scrive è che forse certe attitudini quasi grunge non facciano più parte di Corgan, non per altro per ragioni anagrafiche.
Se la precedente era una sfida con se stesso in "A Stitch in Time" si cerca di emulare un gruppo di riferimento come i REM, questa volta con maggior successo, ne deriva infatti una composizione geniale giocata fra chitarra acustica e un azzeccatissimo contrappunto di sintetizzatore.
Chiude un brano strumentale, "Teargarden Theme", non disponibile in mp3 ma presente nella sola versione in vinile, stilisticamente distante anni luce da quanto ascoltato nei quattro pezzo precedenti, un intreccio di chitarra elettrica e tastiera in cui vengono evocate melodie vecchie e nuove dei Pumpkins.
Se il buon giorno si vede dal mattino allora è lecito sperare in un lavoro finale di grande soddisfazione.
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