Tim Booth, ex cantante dei James, artista dallo spirito bohemien, grande paroliere (forse uno dei migliori), se ne uscì nel 2004 con "Bone", suo vero e proprio primo album solista.
"Bone", disco carico di sonorità dolci e tranquille, gradevoli al cospetto di qualsiasi orecchio in cerca di buona musica. L'ingrediente principale di questo buon lavoro dal sapore pseudo indie-pop/indie-rock, sono senza ombra di dubbio le chitarre o, se vogliamo dirla tutta, la chitarra acustica, protagonista indiscussa di quasi tutte le tracce presenti all'interno dell'album, si, proprio lei, "maestra" d'orchestra a cui tutti gli altri strumenti, compresa la gradevole voce di Tim, prestano la massima attenzione.
Il sound non scivola mai sul banale ma, al contrario, viene arricchito, in modo interessante, dall'uso di batteria elettrica, sinth, atmosfere elettriche e manipolazioni varie. L'album si apre col singolo "Wave hello", discreto pezzo rock che fa un pò l'occhiolino al modo di cantare di Bono e al sound dei U2; accettabile e senza tanti compromessi. Tra le tracce che invece colpiscono subito al primo ascolto possiamo trovare "Love hard"; qui le distortissime chitarre elettriche entrano in scena quando uno meno se l'aspetta, andando a "violentare" la rilassante strumentale e la voce sempre tranquilla, nonostante gli "sbalzi d'umore" della musica, di Tim. Ottima traccia.
"Falling down" merita di essere ascoltata un bel pò di volte prima di essere assimilato; è una bel pezzo che punta molto sull'atmosfera e ancora di più sulla delicata bellezza del testo, forse uno dei migliori presenti in "Bone". Tra i pezzi autobiografici troviamo "Discover", entusiasmante dal punto di vista emotivo e spaccacuore (se Bersani mi permette) nel suo insieme. Come sempre la voce di Tim Booth, così era nei James e così è ora, sa fare il suo gioco alla lettera. Affascinante...
La nona traccia, "Down to the sea", altro singolo, è un buon pezzo, di gusto e di semplice ascolto; non proprio per palati raffinati ma un buon pezzo. "In the darkness" va che è una meraviglia ma se volete un tocco di spensierata energia vi merita volare subito alla traccia dopo, "Eh Mama"; non c'è il massimo dello spessore ma in compenso sa come far muovere la testa senza troppe stupide pretese. Alla fine, che dire... Tim Booth sa come fare musica e ce l'ha dimostrato in svariate occasioni: con i James, la collaborazione con Angelo Badalamenti e infine con questo lavoro solista. Certo, "Bone" ha l'unica pecca di essere un pò troppo uguale a se stesso, ma suvvia, non possiamo farne un dramma... in fin dei conti è pur sempre, almeno dal mio punto di vista, buona musica.
p.s.
E poi, guardate che faccia da pazzo! www.timbooth.co.uk
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