Uno degli aspetti salienti della cultura ebraica è probabilmente l'amore per la parola. Dio ha creato l'universo con la parola. Il Rabbi di Praga da vita al Golem recitando incantesimi, e gli dà la morte cancellando la prima lettera della parola "emet" (=verità) e trasformandola in "met" (morte). La parola non descrive la realtà, è la realtà. E' un caso non così bizzarro la quantità (e la qualità) di cantautori di origine ebraica, da Bob Dylan a Leonard Cohen a Serge Gainsbourg passando da Lou Reed attraverso Burt Bacharach.
Musica tradizionale ebraica, come sostiene il nostro Zorn, che su Tzadik ha da tempo lanciato una serie chiamata "Radical Jewish Culture", dedicata al klezmer e a Masada ma non solo, ci si trova addirittura un disco tributo a Marc Bolan. Sembra in effetti che la caratteristica saliente della cultura ebraica sia la capacità di assimilare le altre tradizioni e di mantenerle vive.
Tim Sparks è probabilmente uno dei maggiori virtuosi di fingerpicking viventi. A tutto ciò si unisce una cultura musicale etnica veramente ampia, che spazia dal fado alla musica brasiliana all'elemento di matrice culturale ebraica, che è appunto il soggetto di quest'album. Si passa qua dalle composizioni del musicista polacco Rosh Hashanah, attraverso canti Yemeniti, arrivando ai canti Sefarditici greci. Passione da erudito la sua per i patrimoni culturali dell'Europa Orientale e del Mediterraneo.
Sulle orme di Segovia. Passando attraverso varie tradizioni ebraiche. Ed ebreo non lo è il nostro Tim, ciò che lo guida è una passione per la musica di matrice etnica mediterranea.
Chiudo questa stitica recensione con il parere di un tizio che forse conoscete: "This is totally beautiful and inspiring music. Tim Sparks is incredible, a complete original." - Bill Frisell
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odradek
15 giu 07Hal
15 giu 07morningstar
15 giu 07donjunio
19 giu 07Bodhisattva
19 giu 07Poverino...
I canti Sefarditi greci mi piacciono, ma il kletzmer yiddisch è senz'altro meglio!