Quando giochiamo a un videogioco di tanto in tanto ci piace fare la parte del cattivo. Del resto abbiamo salvato il mondo innumerevoli volte, sarà divertente distruggerlo una volta giusto? Chi potrebbe mai giudicarci? Negli ultimi anni sono usciti diversi videogiochi che cercano di dare al giocatore la possibilità di scegliere cosa fare. Vastissimi open-world come Skyrim o Fallout, RPG le cui trame possono confluire in finali diversi come Final Fantasy XIII-2 o Dragon's Dogma, o videogiochi che tirano una linea di demarcazione tra buoni e cattivi permettendoti di scegliere da che parte stare come Infamous o Demon's Souls.

Ecco, a tutti questi videogiochi manca realismo. Non realismo grafico, del quale ormai non possiamo più lamentarci guardando in giro, ma realismo morale. Come può il nostro personaggio non essere ricercato dalla polizia dopo aver lanciato missili in giro nell'ultimo quarto d'ora ma siamo stati un po' nascosti? O avere il massimo del karma positivo se uccidiamo un sacco di pedoni innocenti con un salto tonante ma poi abbiamo catturato i due criminali che avevamo colpito?

Insomma il sistema con cui i videogiochi scelgono se sei buono o cattivo appare un po' deficitario, o almeno lo sembra a qualcuno di noi, se nello stesso periodo sono usciti anche giochi come Bioshock o The Stanley Parable, che ci mostrano quanto poco sia in realtà il controllo che il giocatore ha sulla storia.

Detto questo, parliamo di Undertale, o, come viene presentato su Steam "The Friendly RPG Where No One Has To Die". Mi perdonerete se ne parlo come di una novità, ma l'ho comprato a Novembre scorso, quando lo era, e purtroppo il tempo per giocarci l'ho trovato solo qualche settimana fa.
Undertale è un RPG in due dimensioni, creato principalmente da una sola persona con un Game Engine amatoriale, con una grafica che definire pixellosa sarebbe farle un grande complimento, della durata di circa quattro ore, vagamente reminiscente di DragonQuest e di Earthbound. In Undertale puoi scegliere se attaccare i nemici o tentare di convincerli ad andare via pacificamente. Il sottotitolo è indicativo del modo in cui andrebbe giocato, ovvero tentando di uccidere il meno possibile, cercando di far sopravvivere tutti, atto che non sempre si rivela facile, o possibile.

Ciò che è veramente impressionante di Undertale è come riesce a gestire bene le scelte del giocatore. Giocando ad Undertale capisci in fretta che ogni singola scelta che fai in una partita è determinante. Uccidere un personaggio principale ha forti ripercussioni sul resto del gioco, cambiando profondamente i dialoghi successivi. Anche uccidere i singoli nemici che spawnano mentre cammini determinerà qualche dettaglio del risultato finale della partita.
Undertale inoltre vanta un cast di personaggi carismatici e soprattutto uno storytelling impressionante. È veramente impressionante come questo gioco riesca a farti veramente sentire un assassino quando uccidi un NPC, e solo pochi minuti dopo avervi fatto sentire come un bambino solo e spaventato che scappava dal linciaggio. Undertale riesce a divertire e commuovere per cose che non avresti mai pensato potessero avere questo effetto.

Tranne l'appuntamento con lo scheletro. Quello è stato estremamente imbarazzante esattamente come pensavo che sarebbe stato.

Il gioco è stato pensato per essere giocato più volte, quindi la sua durata è molto superiore alle quattro ore circa di una singola playthrough. Una volta completata la prima partita (con un finale a sorpresa che mi fa tremare ancora soltanto a pensarci), il giocatore potrà continuare a giocare per tentare di ottenere il miglior risultato possibile. Ed è qui che Undertale riesce a superare se stesso e gran parte dei videogiochi sopra menzionati. Quando il giocatore si avvicina a uno dei due finali più difficili (chiamati rispettivamente "True Pacifist" e "Genocide", indovinate un po' come si ottengono) il gioco diventa una riflessione sulla scelta del videogiocatore. È possibile scegliere? Le nostre scelte contano? Perché scegliamo di comportarci in modo malvagio, anche se in un semplice videogioco? E ci riesce senza annoiare o risultare eccessivamente cerebrale.

Sarebbe praticamente impossibile dire a quali risultati si arriva senza spoilerare parte della trama, e non voglio farlo dato che la prima playthrough sarebbe meglio giocarla al buio. E anche la seconda. E la terza. Sul serio gli spoiler di questo gioco non finiscono mai. Ma vi basti sapere che dopo Undertale tutti gli altri giochi che parlano di scelta vi sembreranno pronti per il cestino.

Inoltre la soundtrack è così bella che la scaricherete compulsivamente. Prima di aver anche solo acceso il gioco.

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