Che i dEUS avessero una fissazione coi venerdì, lo si sapeva (159 volte in una canzone, un motivo ci sarà). Tommaso Barman, al suo debutto in regia, svela la stessa fissa: "Any Way The Wind Blows" (titolo zappiano) esce nel 2003 per la Axiom Films, e si svolge tutto nell'arco di un giorno solo. Guarda caso, un venerdì.
Windman è un personaggio a sé stante, un uomo dei venti che non sa dove andare e cosa fare di preciso.
Di idee ce ne sono tante, di coerenza, o di trama, ben poca: a tenere vivo il film è la voglia di raccontare, raccontare anche cose che non hanno nulla in comune, come un frisbee, un cavallo e il misterioso Windman. Nel finale le storie si allacciano ("at night, a party welcomes all..."), in una rete di intrallazzi amorosi e strane coincidenze, ma il balletto che chiude il film cosa cavolo significhi ancora non l'ho capito.
La regia di Barman è come la musica dei dEUS. Mossa, eccentrica, intraprendente. E davvero va un po' "any way the wind blows". La sua telecamera si muove dove soffia il vento.
La scelta dei brani fatta da Tommaso si merita il plauso (dEUS, Magnus, Herbie Hancock, Queens of the Stone Age), eppure un neo c'è: perché non hanno doppiato il film in italiano. Chissà.
7 in pagella, dico io. Per il resto, vOTATELO voi.
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