Molto interessante. Film raffinato, con il protagonista, Colin Firth, che azzecca un'interpretazione maiuscola. Non a caso, due anni dopo, consoliderà ulteriormente la sua posizione di artista con un'interpretazione memorabile ne "il discorso del re".
Il regista, Tom Ford, è un pezzo grosso dell'alta moda, è come se Armani si mettesse dietro la MDP, per dire. Il risultato è notevole. La pellicola si snoda elegante, sinuosa e lenta, più che lenta, ovattata. Ovattata come la mente di George, professore d'inglese in un college americano nei primi anni '60. George ha subito una grave perdita. Il suo compagno, il suo grande amore, è tragicamente scomparso in un incidente d'auto. George è a dir poco distrutto.
Il plot narrativo, incentrato sulla perdita di un amore, è dunque piuttosto semplice e la lacrima facile, pratica nella quale il cinema americano è maestro nel farla calare giù a tutti i costi, coi modi più grossolani e beceri, è dietro l'angolo. Niente di tutto questo, per fortuna.
Si, il film è comunque struggente, malinconico, e l'assunto iniziale, lascerebbe presagire che sia incentrato sul tema dell'omosessualità ma in realtà non è così. Si, l'omosessualità viene trattata, si veda a tal proposito il notevole passaggio in cui il professore, in classe, parla delle minoranze e della paura, un passaggio comunque significativo nell'economia del film. Ma il film in realtà, ci parla soprattutto della vita e del suo senso, dei rapporti tra gli esseri umani, dello scorrere del tempo e della sua posizione (passato, presente, futuro). E lo fa con dialoghi semplici, diretti, mai banali.
Va detto che il film è tratto da un libro di successo per cui è ragionevole supporre che per i dialoghi e la voce fuori campo dello stesso Firth, che parla di se stesso, si sia pescato a piene mani dal libro. Di rilievo anche l'interpretazione di Nicholas Hoult con sguardo intenso e una faccia d'angelo, davvero bella, che è lo studente che si 'fissa' con George, il suo professore e che vuole a tutti i costi stabilire un contatto con lui. Sulle prime non ho apprezzato particolarmente il finale, ma dopo alcuni minuti ho considerato fosse coerente col messaggio principale.
Film da vedere.
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