Ci sono libri che fanno riflettere, molti altri insegnano o spiegano teorie aprendo la mente, ce ne sono diversi che lasciano indifferenti e ce ne sono alcuni, alquanto rari direi, che generano emozioni. Emozioni di tipo diverso: passione, paura, rabbia, tanto intense da sembrare impossibile che possano scaturire, a volte anche insieme, da un solo romanzo. In fondo un libro è solo un oggetto materiale, un susseguirsi inanimato di parole, manca persino dell'impatto visivo che può suscitare un film.
Il romanzo di Smith è uno di quegli esempi (rari) in cui un libro riesce senza dubbio a generare questo tipo di flusso emotivo.

Sicuramente un ottimo thriller, trama ben congegnata e coinvolgente nel suo evolversi, con un'impostazione classica che prevede un 'prologo' il cui prosieguo si concretizza solo nei capitoli finali. Un'impostazione che rende abbastanza semplice intuire 'chi sia l'assassino', ma la storia coinvolge così tanto da rendere ininfluente tale aspetto.
Perchè non è l'indagine poliziesca il punto di forza di questo romanzo; se fosse così, Bambino 44 non emergerebbe e non si distinguerebbe nella miriade di romanzi simili.
L'indagine poliziesca sembra quasi un pretesto per raccontare la metamorfosi di un uomo, Leo Stepanovic Demidov, la cui coscienza è stata annullata e plasmata a servizio del regime stalinista diventando membro del MGB, ufficialmente un dipartimento di polizia per la sicurezza di Stato ma che in realtà si avvale del suo potere per eliminare con l'accusa di spionaggio chiunque rappresenti un ostacolo o un pericolo per il raggiungimento del sogno sovietico, l'utopia comunista.
Ma quando quello stesso regime che Leo ha sempre onorato gli si rivolta contro mostrando le sue profonde contraddizioni, Leo reagisce, si ribella e lotta, non solo contro chi cerca di reprimerlo ma soprattutto contro se stesso per infrangere quello strato di ghiaccio che ha avvolto la sua ragione ed il suo cuore, congelando i suoi sentimenti e la sua dignità. Ed è proprio nella descrizione di questa metamorfosi, profonda, drammatica e dai risvolti angoscianti che l'autore mostra la sua notevole capacità di coinvolgimento emotivo.

L'immedesimazione in cui sprofondiamo durante la lettura stringe lo stomaco, genera quasi l'odio, fa avvertire il desiderio di vendetta e di ribellione verso le ingiustizie subite e la spietata malvagità di uomini contro cui è impossibile agire, resi impotenti a causa di un sistema, di un regime senza giustizia, in cui si cercano le colpe e non le prove di innocenza.

Avvincente, ricco di contenuti storici e stilisticamente soddisfacente, "Bambino 44" è un romanzo che esige di essere assaporato con calma, senza fretta, uno scritto che riesce a scattare un'istantanea di una società nei suoi pregi e nei suoi difetti, dando chiaramente idea al lettore del governo instaurato in un tempo non troppo lontano e su un territorio troppo vasto da amministrare. Basato sulle vicende di Andrei Cikatilo, pluriomicida a cui possono essere ricondotte almeno 56 vittime tra donne e bambini nel lasso di tempo che va dal 1978 (data della prima morte) al 1990 (anno in cui è stato arrestato), il romanzo d'esordio di Tom Rob Smith è senza dubbio un capolavoro che spicca per qualità e contenuti.

Ne è stato tratto un film, prodotto da Ridley Scott, semplicemente inutile e che non rende giustizia a un prodotto così valido.

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