Gruppo di strane vicende i Train. Ogni uno-due anni si risentono e puntualmente piazzano in radio un pezzo che passa con una frequenza sconcertante, fino a quando (soprattutto con gli ultimi due singoli "Hey, Soul Sister" e "Drive By") a uno non sorge odio spontaneo per la band. Il risultato è che generalmente chiunque si interessa seriamente di musica li detesta, ma, visto che la band non ha un immagine particolarmente distintiva, le masse da heavy-rotation si ricordano a malapena chi sono, così che anche se loro fanno un discreto fracco di soldi nessuno desidera conoscerli davvero. Il singolo che trainò Drops of Jupiter fu la title-track, pezzo che garantì alla band fama mondiale. Ma dietro a un pezzo validissimo come quello c'è una band al massimo della sua forma che sforna un opera davvero buona.

Faranno infatti pure musica Pop-rock i nostri, cosa che può portare qualche intransigente a definirli "paraculo" o "venduti", ma da veri professionisti non cercano di apparire come qualcosa di diverso da tali e a un ascolto attento è facile cogliere come questo sia un Pop-rock con i controcazzi. Sempre curatissima, ogni canzone ha un suo motivo per farsi apprezzare: che sia la tristezza sognante di "Hopeless" con le sue melodie perfette oppure il pezzo di chitarra slide in "Let it Roll", o ancora la malinconia della toccante "Mississippi", per fare alcuni esempi. A deliziare l'ascoltatore sono i suoni, generalmente di pianoforte, varie chitarre, basso e batteria, sempre calibrati nel modo giusto, le melodie mai banali e soprattutto gli arrangiamenti, sempre diversi e dotati di soluzioni armoniche non indifferenti sebbene mai invadenti, perchè tutto resti nell'ambito della musica leggera. La summa più riuscita di questi elementi è la già citata title-track, pezzo dal grande impatto emotivo dal meritato esorbitante successo. Questo è tra l'altro l'unico pezzo in cui la voce di Pat Monahan ha grande presa, in quanto nonostante la buona estensione il suo timbro sofferto tende a risultare scarsamente caratteristico e un po' forzato.

Certo a volerlo fare sono mille le critiche che si possono muovere a quest'opera: più di tutte l'assenza di voglia di sperimentare e di creare un sound unico e davvero distintivo; anche i temi trattati, sebbene i testi non siano eccessivamente banali, non si allontanano molto da vicende romantiche felici o meno. Eppure l'album non ha nessuna pretesa in questa direzione e risulta un onesto e godibile album di musica leggera, perfetta per un ascolto non impegnativo o un viaggio in macchina.

VOTO: 7,5 

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