Nei tre brani per orchestra presenti in questo cd, troviamo una musica coerente dal punto di vista stilistico ma sempre differenziata in sottili variazioni di tessitura. Tre lavori di un compositore di classe, che sembra continuare una certa linea della musica francese: quella nata con Debussy e Ravel, e proseguita con Messiaen e Boulez.

Un'immagine mitica, quella del continente primordiale Gondwana, sta alla base del primo pezzo, scritto nel 1980. Nell'arco dei 17 minuti di durata, l'orchestra sembra riprodurre un lento respiro nei suoi momenti di accelerazione-decelerazione, nel dialogo suono-rumore: un timbro strumentale puro e inalterato e un'armonia consonante, cui si oppone il rumore di certe famiglie strumentali (l'archetto che sfrega sulle corde negli archi, il soffiare senza produrre suono nei fiati) e in particolare delle percussioni (maracas, piatti, rullante, wood-block).

Il successivo "Désintégrations" del 1982 affianca a un ensemble strumentale di 17 elementi suoni di sintesi provenienti da un'elaborazione elettronica: primo esperimento di Murail in questo senso, e molto ben riuscito. I suoni orchestrali sono composti a partire da procedimenti di calcolo (nella definizione di altezze e durate, per esempio) e i suoni elettronici sfruttano quelli degli strumenti come modelli per la costruzione di timbri, armonie, forme. Idea affascinante, perché presuppone un continuo scambio e dialogo tra le due fonti sonore di solito viste come due mondi ben distinti. E così si attua la fusione di quei due mondi, la loro disintegrazione in un pezzo di 22 minuti che risulta all'ascolto molto piacevole e brillante.

Il cd presenta in conclusione "Time and Again" per orchestra, del 1985 (il titolo è preso a prestito da un romanzo di fantascienza dell'americano Clifford Simak). Un brano in alcuni momenti forse più aggressivo dei precedenti, che si articola in fasce di densità variabile. E che integra nella compagine orchestrale un sintetizzatore molto in voga in quegli anni, lo Yamaha DX7. Come in una macchina del tempo, il pezzo vuole far saltabeccare l'ascoltatore in avanti e all'indietro in una sequenza (15 minuti la durata) di "flashback, premonizioni e loop", nelle parole dell'autore.

In quest'ultimo brano ci sono parecchi riferimenti alla "Turangalîla-Symphonie" di Messiaen (di cui lo stesso Murail è stato più volte interprete come solista alle onde Martenot, un curioso strumento) e torniamo dunque a quella linea accennata all'inizio, la linea Debussy-Ravel-Messiaen-Boulez: ovvero la raffinatezza in musica. A quei nomi aggiungiamo Tristan Murail, degno continuatore di quella moderna tradizione.
 

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