Siamo definiti dal nostro sangue.

E' il sangue che determina i confini della nostra esistenza. Ma è proprio così?

Siamo condannati davvero all'espiazione perpetua del Peccato Originale, macigno insostenibile della razza umana, o forse è solo una miserabile giustificazione alle stragi di innocenti a cui ogni giorno assistiamo in silenzio?

"Vidit suum dulcem natum moriéntem desolátum, dum emísit spíritum."

"Messe I.X-VI.X" è la ricerca quasi ossessiva di suoni, immagini e atmosfere che riescano a trascinare l'ascoltatore attraverso ere che ancora devono vedere la luce su questo pianeta.

Sperimentare, innovare, non significa nulla però senza avere in mente una precisa direzione da seguire. Questo non è però il caso degli Ulver, che nella loro ventennale carriera sono sempre riusciti a stupirci ad ogni nuova uscita discografica.

Un album inquieto, nell'era della crisi mondiale e il dissesto dei valori della società, soprattutto. La perfetta colonna sonora per l'eclissi dell'umanità.

Un progetto ambizioso, un'opera d'arte commissionata dalla Tromsø Kulturhus, in cooperazione con l'Arctic Opera e la Philharmonic Orchestra, e registrata il 21 settembre 2012 assieme alla Tromsø Chamber Orchestra.

Garm e soci tengono a precisare che "Much of this was recorded live, yet it is not a live album". Dopo quella sera infatti sono serviti molti mesi di lavoro in studio per arrivare a questo risultato, per riuscire a tradurre in emozioni i suoni registrati. Gli arrangiamenti orchestrali sono stati curati dal compositore Martin Romberg.

All'interno troviamo sperimentazioni elettroniche, pianoforti apotropaici e la voce di Kristoffer Rygg, che si ritaglia un piccolo spazio, ma fondamentale per tradurre la Legge di Dio ai piccoli uomini.

La preghiera di supplica "Son of Man" arriva subito dopo la cavalcata interminabile di "Glamour Box (Ostinati)", dove gli archi la fanno da padrone. "Noche Oscura del Alma" penetra nell'incubo di non riuscire a trovare mai pace; la speranza di salvarsi si trova riposta solamente nella capacità di tornare alla condizione di fanciulli.

"Tui Nati vulneráti, tam dignáti pro me pati, poenas mecum dívide."

Le influenze dichiarate sono molteplici, molta musica classica ovviamente, ma anche elettronica minimalista, cinematografia, letteratura, religione e quant'altro, come un vero gruppo che si rispetti. Io per esempio ci sento echi dell'ultimo Beethoven, quello al calare delle tenebre.

Non è un ascolto semplice dunque, bisogna elaborarlo per giorni prima di riuscire a gustare il messaggio che gli Ulver vogliono affidarci.

"Fac, ut portem Christi mortem, passiónis fac me sortem et plagas recólere."

Le sfumature dell'oscurità sono infinite. Il resto è silenzio.

 

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