Grande successo di pubblico per la prima edizione del Metal Festival tenutosi sabato 22 aprile 2006 nella radiosa cittadina di Sinalunga, borgo sospeso fra moderno ed antico situato nella meravigliosa cornice delle colline senesi.
Un prezzo d’ingresso estremamente accessibile (3 euro) ha fatto registrare un’affluenza senza precedenti nella sala/studio di registrazione situata nel cuore della città: l’attesa creata attorno all’uscita live dei Valkyrian, band rivelazione della scena metal italiana formata dal trio Tommaso Dringoli (chitarra), Filippo Ferrari (voce/basso) e Matteo Salutari (batteria), ha gettato le basi per una crescita esponenziale dell’audience nel territorio.
Le efficaci e sintetiche esibizioni di tre gruppi in ascesa nel sempre più florido underground toscano come 'Sheboneath', 'Catalhepsy' e 'Slaught Art' fungono da interessante antipasto al piatto forte della serata, una performance di quasi due ore generosamente dispensata dai Valkyrian che si dimostrano una volta di più nome di punta del movimento death metal tricolore ed elemento di perturbazione dominante dell’ area senese.
L’apertura dei cancelli avviene attorno alle 22,00 e l’ampia sala gentilmente messa a disposizione dall’organizzatore Stefano Vivaldi (ex bassista dei rinomati Baustelle) si dimostra subito adatta a contenere gli appetiti di un pubblico affamato di note metalliche: gli 'Sheboneath', solida cover band, ci deliziano con un repertorio che chiama in causa Saxon, Judas Priest, The Cult e Steppenwolf; seguono i 'Catalhepsy', death metal band che si avvale (fra lo stupore dei presenti) delle preziose vocals dell’estroso Filippo Ferrari (singer e bass – player dei Valkyrian) e il black/death combo degli 'Slaught Art' che conclude egregiamente la prima parte dello show sull’onda di scroscianti e sentiti applausi.
Pagato interamente il tributo alla promettente ed emergente scena locale, è ormai tempo di puntare i riflettori sul dinamico terzetto d’assi dei Valkyrian, formazione ormai lanciata a gran velocità sulla strada del successo. L’ouverture del loro live–act è affidata ad un magnifico brano dei progressive rockers Goblin, estratto dalla soundtrack del film “Phenomena” (1984) di Dario Argento, con Jennifer Connelly e Daria Nicolodi. La lunghissima scaletta eseguita dalla band comprende numerosi brani estratti dal debut album “…Of Boredom And Sorrow” (di cui è prevista una futura ristampa su larga scala in edizione deluxe), le consuete covers di “Tyrants” degli Immortal, “Pull The Plug” dei Death e “Raining Blood” degli Slayer ed alcune tracce inedite di forte incisività, come l’elegante e delicato arpeggio della strumentale “Valkyrian” e la cavalcata ritmica di “Funebry” (il titolo è provvisorio).
Dispensando una grande carica energetica il gruppo coinvolge in maniera totale l’audience scatenando gli entusiasmi della folla. Stupiscono le formidabili vocals del sempre più carismatico screamer Filippo Ferrari, perfettamente a proprio agio nell’interazione col pubblico: restando ferma la sua prerogativa di utilizzare tutte le gradazioni (dagli alti ai bassi) del poco accessibile stile “growl”, il cantante si dimostra maestro nel dispensare vocals potentissime senza alcuno sforzo apparente. La fluidità nello stile di questo giovane e promettente singer lascia intendere anche agli spettatori meno preparati di trovarsi di fronte ad una nuova istituzione in campo death metal. Il talento cristallino di Mr. Ferrari non potrebbe però essere valorizzato adeguatamente se non si prendessero in dovuta considerazione gli altri due fuoriclasse della band. Tommaso Dringoli, axe–man, compositore e mente pensante di questo immenso progetto fornisce ai numerosi presenti un saggio di classe e potenza, dimostrando come l’ inserimento di un secondo chitarrista nella line–up del gruppo non rappresenti assolutamente una priorità nei progetti futuri dei Valkyrian. Il suo riffing selvaggio ed iper–tecnico, unito ad una capacità d’esecuzione ineccepibile, costituisce una solida base su cui poggiare un roseo avvenire.
A sorreggere un edificio sonoro di titaniche proporzioni giunge, puntuale come di consueto, la prova energica e muscolare del leviatano Matteo Salutari, un batterista/atleta talmente veloce e potente da poter essere annoverato di diritto nel ristretto novero dei migliori drummers italiani e perfettamente sintetizzabile come un esplosivo mix fra Tommy Aldridge (Whitesnake), Dave Lombardo (Slayer, Grip Inc.), Rob Affuso (Skid Row) e Nicholas Barker (Old Man’s Child, Dimmu Borgir). I Valkyrian ostentano una sicurezza ed una padronanza dello stage davvero sorprendenti: la loro capacità di muoversi sul palco e la precisione certosina nell’esecuzione dei pentagrammi rappresentano segni distintivi di un ensemble destinato a ritagliarsi un ruolo sempre crescente nel panorama metal europeo.
Giunti alla conclusione dello spettacolo e tributati i doverosi omaggi al talento limpido ed incontaminato dei Valkyrian, un pubblico entusiasta ha abbandonato con ordine la sala portando nei propri cuori la precisa sensazione di essere stato reso partecipe della nascita di un progetto che in breve tempo potrà scrivere nuove fondamentali pagine nel grande libro dell’heavy metal.
(Enrico Rosticci)
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