‘’È uno schifoso mondo perché non c’è giustizia, non ce n’è più… è uno schifoso mondo perché adesso i giovani maltrattano i vecchi come fate voi…’’
Queste le parole del barbone che Alex e i suoi Drughi pestano per strada, a cui ovviamente i teppisti non prestano attenzione alcuna, ma che colpiscono chi guarda intelligentemente il film. Siamo nei ’70, quando Kubrick decide di fotografare un mondo che gli appare tragicamente alla deriva: genitori incapaci di educare i propri figli, dilagare della violenza e della droga, politica insulsa e corrotta.
Alex, spietato teppista che passa la sua vita fra droga, stupri e violenze, è carnefice perché vittima della società che lo ha concepito, e Kubrick non può fare a meno di dipingere questo personaggio con una certa compiaciuta malizia, e guarda il protagonista, il feroce leader dai tratti fieri, con occhio complice. Quando poi Alex, dopo tante malefatte, viene sottoposto alla cura ‘’Lodovico’’, per fare in modo che diventi un bravo ragazzo come tanti altri, si percepisce tutta la disapprovazione del regista: solo l’uomo può riuscire nel tentativo di mutare la propria indole, nulla possono inutili espedienti come il condizionamento psicologico.
E infatti il protagonista torna, alla fine del film, esattamente come era prima, indenne dalla cura, e rispolvera i suoi malati sogni di ultra-violenza. Bisogna accostarsi a questo capolavoro con atteggiamento anacronico: ritorniamo ai ’70, e scopriremo che questo film si rivela terribilmente inquietante, rivelatore, visionario, e queste sue peculiarità hanno fatto sì che il vero messaggio del film venisse frainteso dai più.
A coronare una grande prova di regia ci resta l’eccezionale colonna sonora, da Beethoven a Rossini, fino all’indimenticabile motivetto di ‘’Singin’ in the rain’’, che accompagna Alex nei suoi deliri di follia. Una chicca: nella scena in cui Alex uccide la proprietaria della clinica per dimagrire con la scultura a forma di fallo, il regista nel giro di una frazione di secondo inserisce una serie di messaggi subliminali legati al sesso, scene di stupri o di masturbazione.
Che volesse per caso dirci qualcosa ? Voi pensateci, poi vi dico.
Elenco e tracce
05 "March From A Clockwork Orange" - Symphony No. 9 in D minor, Op. 125: IV. Presto - Allegro Assai (abridged) (07:06)
13 "Suicide Scherzo" - Symphony No. 9 in D minor, Op. 125: II. Molto vivace (abridged) (03:09)
14 Symphony No. 9 in D minor, Op. 125: IV. Presto - Allegro assai (abridged) (01:38)
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Altre recensioni
Di Tyus23
L’elemento sonoro in questo film è ben più che un semplice corredo alle immagini.
Il disco, così come il film, si apre con la famosa Title Music from A Clockwork Orange, riarrangiata nello stile Beethoviano.