Il CAOS. La catarsi. Il sacrificio. Sangue che cola, sangue innocente... Per un fine superiore. Scontro epocale. Scontro fra titani. Apocalisse.
Violini, cori, goduria, Angelo Badalamenti.
Piccola Premessa: questa recensione è mastodontica.
Seconda Piccola Premessa: la recensione è un po' 'sperimentale' a causa del tipo di prodotto recensito e non so quanto verrà apprezzata da voi debaseriani. Mi scuso ancora una volta per l'eccessiva lunghezza della recensione.
"Fahrenheit" non è il nuovo caotico, sconvolgente e apparentemente inspiegabile film-ginepraio del pluriosannato (giustamente) David Lynch ma è... un videogioco.
Ma no! che fate?
Non chiudete subito la recensione, su! E' assolutamente necessario spendere quattro paroline (e forse anche qualcosina in più) su questo piccolo gioiellino della 'new wave dell'intrattenimento' per poi tessere lodi su lodi per la soundtrack che ci accompagna passo passo...
Fahrenheit, sviluppato dai ragazzi della Quantic Dreams, concepito dal talentuoso David Cage è già da sè un'esperienza videoludica sperimentale. Con maestria questo titolo riesce a rompere del tutto la barriera (divenuta sempre più sottile in questi ultimi tempi) che ha da sempre separato un videogioco da un film, fondendo queste due realtà in un tutt'uno.
I protagonisti che si ritrovano catapultati in questo cataclisma emotivo sono tre: Lucas Kane, Carla Valenti e Tyler Miles. Il primo è un comune mortale, un normalissimo cittadino che (cito il gioco) "si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato", un uomo prescelto da un inquietante ed invisibile burattinaio per compiere un omicidio efferato, apparentemente gratuito, apparentemente insensato... Il povero Lucas, frustrato ed afflitto dopo la separazione dalla fidanzata Tiffany, era andato a cenare tutto solo soletto in una spoglia, triste e squallida tavola calda e non immaginava minimamente a cosa stava andando incontro.
Non poteva prevedere di essere parte di un disegno più grande di lui. E già dai primi passi del gioco, già dal primo breve monologo di un Lucas narratore onnisciente dal tono schietto e asettico ci sbatte in faccia una dura realtà : da qualsiasi situazione, soprattutto se in ballo vi sono 'forze sconosciute' (primo sentore dell'ampia fetta di esoterismo presente nel videogame), l'uomo è destinato ad uscirne sconfitto o se vince... non sarà mai davvero felice e soddisfatto della sua condizione. Ciò che più colpisce di quest'esperienza, di questo cosiddetto 'film interattivo' è la percezione di quello spesso strato di angoscia onnipresente, sempre palpabile, che avvolge quasi ogni episodio durante la narrazione, dall'assurdo e criptico inizio sino ai 'finali multipli' (tra i quali uno solo è un happy ending che, a dire il vero, considerando la negatività e il pessimismo che trasudano da Fahrenheit, risulta poco in sintonia col resto del gioco). Lucas non poteva sapeva che prima di recarsi al bagno della tavola calda avrebbe afferrato il coltello sul suo tavolo e, senza riuscire a controllarsi, senza poter reagire e scrollarsi di dosso le mani del potente e misterioso burattinaio, si sarebbe recato in bagno e avrebbe ucciso con innata ferocia un perfetto sconosciuto... E non solo con innata ferocia, ma anche con estrema e inumana precisione l'assassino posseduto aveva reciso le tre arterie principali di quel pover'uomo, pochi secondi prima ignaro della fine anonima e triste che avrebbe fatto...
Quando Lucas si risveglia dallo stato di trance e si riprende dal totale smarrimento scopre effettivamente di essere un assassino ed è in questo momento che ci caliamo nei suoi panni, che ci immergiamo in questa preziosa e pretenziosa avventura...
Il bello dell'opera è che se da un lato uccidiamo poveri sconosciuti e cerchiamo di occultare le nostre tracce (riporre il cadavere del malcapitato in un separé, ripulire il sangue per terra con uno spazzolone), dall'altro giochiamo a fare sbirro buono e sbirro cattivo, ovvero i signori Carla Valenti e Tyler Miles. Lei è (lo "sbirro cattivo"!) una tipa schiva, silenziosa, introversa ed è... sola e sconsolata, il tipico esempio di persona che dedica tutta la sua vita al lavoro per soffocare le delusioni sentimentali.
Tyler Miles, tipetto tutto pepe di colore, è (lo "sbirro buono", comprensivo e giocherellone) uno di quei tipi invece che conduce una vita serena, spensierata, felice, bla bla bla se non fosse... per la fidanzata che fa pressione continuamente su di lui affinchè abbandoni il lavoro.
Vengono così a crearsi come sottostorie su una solida trama da oscar tante valide e (pressappoco) realistiche storie sentimentali di buona fattura. E come se non bastasse la chicca è quella buona fetta di esoterismo di cui avevo parlato precedentemente, ma non voglio svelarvi di più... Probabilmente ho già parlato troppo per coloro che se lo vogliono giocare in santa pace.
Toh, quasi dimenticavo, sono qui per recensire anche e soprattutto la colonna sonora di quest'opera! Ma era necessario e provvidenziale spendere quei quattro 'paroloni' (mi scuso per le ingannevoli 'quattro paroline') sul 'film interattivo' (spero mi perdonerete se considererete questa recensione come un mix fra la recensione di un film e quella di una colonna sonora) prima di parlarvi della soundtrack.
Ad ogni personaggio, e più specificatamente ad ogni area del gioco, è dedicato un genere musicale diverso, relazionato ad arte con i vari protagonisti e con l'ambiente. A casa di quel simpaticone di Tyler in fin dei conti tutti ci saremmo aspettati canzoni funky e r'n'b a go-go, poco impegnate e allegrotte, che tra l'altro trovo azzeccatissime anche nelle parti del 'gioco vero e proprio' (Hang It Up di Patrice Rushen durante la breve partita di basket tra Tyler e il suo collega è davvero spassosa!), dando un tocco talvolta spensierato e risollevando l'animo di un giocatore un po' sconsolato a causa degli incalzanti eventi disastrosi del gioco. Eh, ogni tanto ci vuole una dose di buona allegria per smaltire i bocconi amari ingollati poco prima.
D'altro canto anche i Theory Of A Dead Man, dediti ad un post-grunge commercialotto e che puzza forse un po' troppo di già sentito (ma vuoi o non vuoi, se ti affezioni al gioco, ti ritroverai a fare il sentimentalone quando sentirai Santa Monica, più per una 'questione emotiva' che per l'effettiva validità del brano), sono la colonna sonora perfetta per il solitario, deluso e sconvolto Lucas Kane, che da quel momento cruciale della sua vita, passa la maggior parte del suo tempo a casa a piangersi addosso e... - SPOILER a provare i suoi nuovi spettacolari poteri paranormali, che sembrano usciti dalla testa dei fratelli Wachowski! SPOILER -
All'unico momento di relax di Carla è associato invece uno stupendo brano tutto d'atmosfera regalatoci dalla poetica e suadente voce di Martina Topley-Bird, "Sandpaper Kisses", davvero adatta da ascoltare sotto la doccia, finalmente per rilassarsi un po' e scrollarci di dosso tutti i gravosi pensieri che torturano la povera Carla in questi giorni e di riflesso anche noi, giocatori/spettatori calati inevitabilmente nel ruolo...
Ma... allora tutta quella malinconia di cui ho parlato prima dov'è? La teoria dell'uomo sconfitto dinanzi a forze superiori dov'è andata a finire? La magia nera, il caos, il pathos, il sacrificio, l'esoterismo... che fine hanno fatto?
Come molti ben sapranno dove c'è esoterismo spesso e volentieri c'è Angelo Badalamenti, ovvero colui che ha composto le indimenticabili colonne sonore di Twin Peaks (il famoso e immancabile telefilm-tormentone degli anni '90), Velluto Blu, Mulholland Drive, Cuore Selvaggio (praticamente pare sia uno dei migliori amici di quel folle di David Lynch!) e tante altre. Questa volta però, a reclutarlo, è stata l'équipe di Cage e finalmente arrivo ad uno dei punti più caldi dell'opera, alla colonna sonora vera e propria dell'opera, che ci accompagna durante tutta l'esperienza e la rappresenta magnificamente.
Dimenticate le atmosfere jazzose e bizzarre di una Freshly Squeezed o di un'Audrey's Theme o le love-songs a là Falling accompagnate dalla meravigliosa voce di Julee Cruise (tre brani tratti dalla soundtrack de "I Segreti di Twin Peaks")...
La soundtrack composta da Badalamenti è un tuffo doloroso e masochistico in un oceano di angoscia... Il Main Theme parla chiaro, Badalamenti stavolta non ha tempo nè modo di concederci pezzi più 'easy-listening' o più spensierati, il suo compito è quello di sposare i suoi archi glaciali, i suoi sintetizzatori passionali con i frangenti più pessimistici e introspettivi del film interattivo. Comincia così la melodia semplice e struggente del Main Theme dipinta da quell'assolo di violino che porta con sè gelo, tanta tanta neve, ed è un preludio alla malinconia che regnerà sovrana in seguito. Senza neanche avere cliccato su "Nuova partita" sentivo già qualcosa di riconducibile ad un groppo alla gola, ma non sapevo ancora a tutti gli effetti cosa mi aspettava.
E comincia così il racconto disgustato di Lucas accompagnato da quel violino sempre più in sintonia con l'atmosfera disperata che va acuendosi ogni momento che passa... La sconfitta dell'uomo forgia il trionfo di quel Male opprimente, di quel burattinaio folle ed ignoto, che compie le sue gesta mentre l'intensità degli strumenti cresce e la carezzevole malinconia diventa efferatezza, una furia assassina che sfocia in un terror-gospel al culmine del pathos! Un coro che sempre più ci stringe, ci opprime, ci soffoca, ci stringe, ci opprime, ci soffoca... lo sguardo assente di Lucas, una sequenza claustrofobica, fredda e terribile... il coltello è proteso verso l'ignara vittima... Il sacrificio è compiuto, sangue cola, sangue innocente, sangue ignaro.
La consapevolezza di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, il risveglio da quello che poteva sembrare un brutto incubo, il ritorno alla cruda e terribile realtà è condotto dallo sguardo sconvolto ed agitato di Lucas, dal suo calo di morale improvviso (che si ritorcerà contro il giocatore anche da un punto di vista meramente ludico) e dal ritorno sulla scena di quei violini dimessi e romantici che erano riusciti a catturarmi sin da quando era apparsa la schermata principale...
Su questa scia ritroviamo anche il Carla's Theme, che simboleggia a dovere la nostra protagonista, una melodia posata e debole che pian piano cresce sino alla soluzione finale, la soluzione di quell'enigma apparentemente inestricabile al quale Carla stava dedicando la sua vita.
L'Ending Theme tra caldi violini, fruscii di vento e un acuto e struggente coro in crescendo ci porta verso lidi estatici di rara intensità... Tutto è concluso, il sacrificio è stato compiuto tra rimorsi, delusioni amorose, ripensamenti e tutto ha dimostrato la tesi dell'uomo eternamente sopraffatto dal Male...
Temo di essermi dilungato sin troppo, ma quest'opera di Quantic Dreams & Badalamenti (senza nulla togliere agli altri validi artisti che ci accompagnano durante l'avventura), una delle vere e solide colonne portanti di quest'esperienza imperdibile, costituisce una delle mie opere musicali preferite di sempre. Non potevo che spendere fiumi di parole, ma spero di non averlo fatto a vanvera.
Che dire, giocatelo, godetevelo, fatevelo scorrere dentro. Fate vostro almeno una volta nella vita il gelo e la desolazione che "Fahrenheit" porta con sè.
Non è un videogioco, non è un film, non una una favola nè una storiella, è la cruda e amara constatazione della sconfitta dell'essere umano.
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