All'epoca ero troppo piccolo e forse anche troppo ingenuo per capire. A casa, la notizia neanche arrivò. O meglio, non si percepì. In un paese dimenticato da Dio e, nel tempo, surclassato dalla periferia, non c'era spazio per il PCI. Ricordo solo alcuni buchi polverosi che raccoglievano deserte sezioni dell'MSI e del Partito Liberale. Sono bastati pochi attimi a cancellarle per sempre. Cos'era quel "Mar Rosso" che si abbatteva sul Telegiornale del primo canale?

Qualche giorno prima, il 7 giugno del 1984 a Padova, a Piazza della Frutta, Il Compagno Berlinguer stava declamando, sì, declamando, i suoi ultimi versi. Perché Enrico Berlinguer, come venne definito dal vispo toscanaccio, che lo prese addirittura in braccio, era un poeta della politica. E Lui, persona distinta e serissima, stette al gioco, lasciandosi caricare dalle braccia del comico e segnando un'altra svolta, nel panorama politico italiano.

Eccolo sul palco, dietro quegli occhiali dalla montatura spessa e scura, appesantito da qualcosa che ancora non si percepisce per bene. Il respiro stenta ad evadere ma le parole, malgrado tutto, sono chiare e intense...e ora compagne e compagni, vi invito a impegnarvi tutti, in questi pochi giorni che ci separano dal voto, con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo...dal pubblico, con amore fraterno, qualcuno si accorge delle sue condizioni e lo invita a smettere. Basta Enrico! Basta! ...è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà...e il sipario si chiuse.

Morì quattro giorni dopo. Ci lasciò colui che aveva reso grande il Partito Comunista Italiano, l'uomo onesto, integro e tenace, il vero politico, abilitato all'errore ma leale e costumato. Colui che con viva cordialità mandò a cagare Breznev e gli rifece il verso nonostante il coinvolgimento in uno strano incidente stradale. Berlinguer poteva essere un angelo e in quell'occasione potè spiccare il volo eludendo le lamiere accartocciate. Era andato via l'uomo della "questione morale", del compromesso storico, della politica giusta, delle occupazioni alla FIAT. L'uomo che se fosse salito al Governo avrebbe sicuramente reso l'Italia un paese migliore. Il più amato. Un Comunista. Ma Vero.

Una sessantina tra registi, giornalisti, attori, tra cui è doveroso evidenziare Pontecorvo, Maselli, i fratelli Bertolucci, Scola, Benigni, Montaldo, Agosti, adagiarono su pellicola le esequie del Compagno Berlinguer, che si tennero a Roma il 13 giugno del 1984. All'ombra di un Adagio invaso dagli applausi, a Piazza San Giovanni, c'erano oltre un milione di persone a baciare il sudario. Intense e profonde le lacrime del Presidentissimo Pertini. Quando appoggia le mani sul feretro con la speranza di sentire ancora un pizzico di calore. Fissa la bara, si avvicina come se volesse  sussurrargli le ultime parole d'amore. Per lui che era l'amico fraterno, un figlio, un compagno di lotta. Un bacio rende quell'amore immortale.

Gorbacev, Arafat. Mastroianni, Rosi, Moravia. Craxi, Spadolini. Giancarlo Pajetta trema mentre ne annuncia il ricordo. Il Mar Rosso si apre, come per Mosè e appare anche il nemico. Miracolosamente. Anche Giorgio Almirante, il fucilatore fascista, si inchina al Grande Compagno. Scorrono interviste, ricordi, parole di gente comune. Tanti i singhozzi e infinite le lacrime.

Io non c'ero. E ci soffro. Non ho potuto amarlo da vivo, quando potevo ascoltarlo in diretta e contagiarmi delle sue idee. Lo sto amando ora da spettatore lontano. E quando mi guardo intorno capisco quanto era grande. Forse l'unica cosa che gli rinfaccio, con il dovuto rispetto e un pizzico di timore è quella fermezza ostinata nei confronti delle Brigate Rosse. Perché non avallò la possibilità di salvare Moro? Non avrò mai una risposta anche se posso immaginare che non sarà stato facile scendere a patti con i terroristi, specie se collusi con lo Stato. Ma questo non si poteva sapere.

Di questo documentario mi è rimasta impressa una scena molto commovente. Fa capire quanto era amato e cosa erano gli uomini politici di una volta. Neanche tanto lontani. Viene intervistato un bambino che non riesce a contenere l'emozione. Avrà avuto una decina d'anni o poco meno. La voce bianca mescolata al pianto risponde ad una domanda essenziale dell'intervistatore. Cos'era per te Berlinguer? E lui, con una sincerità disarmante che tocca il cuore, con il viso ancora vergine irrigato dalle lacrime, mentre storce le labbra di fronte ad una smorfia di dolore... era una brava persona...

Era un Comunista. E ne sono orgogliosamente fiero.

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