“PLUS FROM US” esce in concomitanza dell’album “US” di Peter Gabriel, casa discografica ovviamente Real World, ed un progetto che ha voluto Gabriel per dare modo di far conoscere le doti di compositori e artisti alquanto sconosciuti provenienti da ogni parte del mondo affiancandoli ad altrettanti, oramai ben noti cantanti.

E’ un album per gli amanti della corrente Gabrieliana e progressiva espressamente aperto alle mille sfaccettature volute da Gabriel alla ricerca della musica, costume e suono mondiale. L’album inizia con un grandioso brano

Obiero” cantato (e tutti i brani sono anche scritti dagli stessi cantati) da Ayub Ogada (Kenya) va oltre i sei minuti, e punto principale è la voce di Ogada, e il ritmo totalmente africano, molto caldo e intenso.

Keep on marching” – The Meters (Usa) unico brano funky e quindi criticabile non per il contenuto, ma perché sfora in un certo senso il tema base

Oasis” – Peter Hammill (Uk) i minimi strumenti, una sottolineatura di tromba e la voce di Hammill danno la perfetta immagine di un luogo tranquillo come l’oasi

Pine tree & on the street” – Dmitri Pokrovsky Ensemble (Russia) melodia lamentosa di una donna che affascina come un richiamo di una terra lontana che sfocia in un coro generale di una festa popolare di una piccola piazza di paese.

Best friend, Paranoia” – William Orbit (Uk) stile new age e contemplazione più totale che si unisce ed esplode in ritmica elettronica quasi a storpiare il senso compiuto

Lone bear” - Tony Levin (Usa) mitico Tony, suono molto cupo e basso progressivo e a volte non sembra darle tanto onore alla sua nota bravura

Morecambe bay” – Alex Gifford (Uk) uno dei brani più impressionanti, melodia pura (fantastico da pelle d’oca), viola, violoncello, piano, clarinetto, flauti si inseguono con fluttuabilità

Down by the river” – David Rhodes (Uk) è tutta una sorpresa, voci e espressione del suono e applicazione di estendibilità illimitata

Triennale” Brian Eno (Uk) riproduzione perfetta dell’ambiente naturale da rilassamento più totale e ricerca dell’essenza umana

Rose Rhythm” Doudou N’ Diaye Rose (Senegal) altro brano culminante dell’album, riproduzione ancora dell’ambiente naturale africano con rulli di tamburi e cori di danzatori

Silence (remix)” Manu Katche (France) brano che stona perché troppo commerciale e banale che sfiorisce nel tema principale

Baladi we hetta” – Hossam Ramzy (Egypt) abbiamo percussioni e fisarmonica di base tipici egiziani che creano l’ambiente perfetto

Dreams” – Shankar “N” Caroline – (India) brano con richiami molto forti all’album “Passion”, impressionante la voce maschile che si amalgama con quella femminile e il volo dei gabbiani

Suheylà” – Kudsi Erguner (Turkey) molto ricercato e lugubre anche per questo brano forti richiami all’album “Passion” (interamente flauto)

El conquistador” – Daniel Lanois (Canada) brano meraviglioso soft e atmosferico, solo musicale, la chitarra elettrica ricorda dei brani dei Pink Floyd .

Quindi un buon ascolto totalmente rilassante … …

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