Frase fatta del giorno: il libro è sempre più bello del film. In questo caso è vero.
Chiunque abbia letto il libro di sicuro ha capito che l'autore non intendeva assolutamente incensare l'atto del drogarsi, in quanto è svilimento di se stessi e danno per il corpo (oddio, sto parlando come Sirchia... noooo).
Danny Boyle invece ci presenta un allegro gruppo di tossiconi che sembrano quasi voler rappresentare un inno, stile 'droghiamoci tutti sotto il cielo di edimburgo'. Resta che il film è bello, ben fatto, che i protagonisti sono validi, la sceneggiatura buona, ecc. ecc., ma è il concetto che mi disturba.

Perfino nelle scene tragiche c'è sempre qualcosa che fa da scusante, una nota di semi-serietà.O perlomeno è quello che ci vedo io. Niente ombre vere e dense che fanno pensare (come dovrebbero), solo una costante ironia più o meno celata, che rende il tutto molto cult, ma molto poco adulto.
Opera prima di un giovane regista, ha tutto il mio rispetto, ma di sicuro di poteva fare di più, perchè nel libro una morale c'è. Nel film bisogna trovarla.

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