Come rispolverare dei classici dimenticati e renderli noti anche ai più giovani? La risposta è semplice: chiamando i migliori produttori della scena elettronica odierna e remixandoli. E' la geniale idea che ha avuto la Verve, storica etichetta jazz, che, nel 2002, pubblicava il primo volume di "Verve Remixed", dove brani storici di grandi artisti come Nina Simone, Ella Fitzgerald e Astrud Gilberto venivano reinterpretati da pezzi da novanta come Richard Dorfmeister, Thievery Corporation e Masters At Work, per un successo di vendite scontato.

Un anno dopo esce il secondo volume della saga "Verve Remixed" e ancora una volta va segnato un ottimo risultato. Il problema della maggior parte delle compilation è la qualità, di solito altalenante, dei vari pezzi, cosa che non si ripete in "Verve Remixed 2", dove abbiamo solo materiale di ottimo livello. Sono senza dubbio da ricordare i due singoli, ovvero il remix superfunkettone di "Manteca" di Dizzy Gillespie ad opera dei Funky Lowlives e l'aggiornamento in chiave techno-house della bellissima "Sinnerman" di Nina Simone da parte del mitico Felix The Housecat, ma sono degne di menzione anche la veloce e folle rivisitazione dei giapponesi Mondo Grosso di "Blues For Brother George Jackson" del leggendario Archie Shepp, la magnifica "Naima's Love Song" di Betty Carter nella geniale versione di DJ Spinna e l'acid-jazz dei Koop che crea un sottofondo perfetto per Astrud Gilberto e la malinconica "Here's That Rainy Day".

Alla maniera del suo predecessore, anche per questo album è previsto il gemello "Unmixed", contenente i pezzi nelle loro versioni originali. Che dire di più, quindi, se non di consigliare l'acquisto di "Verve Remixed 2", un'ottima compilation che ha il grande merito di rispolverare dei gioielli del passato, ormai dimenticati, e di renderli accessibili a tutti. Un'opera sicuramente non da poco, e una prova di come gemme del passato possano risplendere sempre, anche ai giorni nostri.

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