In tempi di carestia di Death metal, per esempio una volta che si sono divorati tutti i dischi dei “grandi” del genere (Suffocation e Cryptopsy per citarne due) e in attesa di qualche agognata release dai soliti mostri sacri, sono solito buttarmi nell’underground per vedere di scovare qualche buon gruppo emergente: proprio in un periodo del genere (precisamente dopo aver ascoltato fino alla nausea tutta la discografia dei Death) mi sono trovato nella suddetta situazione e ordinato “Remnants Of Deprivation”. Il disco in questione è opera dei Visceral Bleeding, gruppo formato da cinque norvegesi che, a differenza di tanti connazionali dediti al Melodic Death, suonano un Brutal Death di chiara ispirazione americana.
Le nove canzoni che lo compongono sono decisamente molto veloci e i rallentamenti sono pochi e fugaci: i tempi sono sostenuti da un drummer molto capace che non sbaglia un colpo e dona a questo lavoro un’elevata energia e un’altrettanto elevata potenza. La due chitarre, per canto loro, sfornano numerosi riff, molto vari tra di loro e molto intricati che rendono ogni song veramente micidiale e feroce. Anche il bassista offre un’eccellente prestazione e non di rado fa capolino tra il marasma di suoni per regalarci dei “gradevoli” ma violenti stacchi. E come il cacio sui maccheroni, un cantante inumano, potente, rabbioso e, soprattutto, dotato di una rara longevità polmonare che gli consente di cantare in growling in passaggi lunghi e tenere dietro a quelli più veloci.
Ma l’incanto dura poco: man mano che gli ascolti seguono agli ascolti, emergono alcune pecche importanti che smorzano l’entusiasmo. Innanzi tutto la produzione non è all’altezza e presenta un suono freddo e poco pieno, cosa che in un disco Black metterebbe in risalto il senso di gelo, ma che rende un disco Brutal Death scarno e inespressivo. In secondo luogo le canzoni non coinvolgono e se non le si ascolta per un po’ perdono tutta la loro efficacia in fatto di violenza. Terzo, questo disco è un misto tra lo stile di tutte le più grandi formazioni Death mai esistite il che sarebbe un grande pregio se non fosse che questo album è del 2001 e i gruppi a cui si rifanno hanno avuto il loro apice dieci anni prima. L’innovazione non rientra tra le capacità dei Visceral Bleeding che non mettono niente di proprio in questo lavoro; perfino i testi sono privi di personalità e trattano gli stessi temi di omicidi, squartamenti e necrofilia trattati (meglio) da cento altri gruppi. Infine (giudizio assolutamente personale) la voce, alla lunga, risulta troppo fangosa e fastidiosa.
Viene da chiedersi allora perché andare a cercare sul web il disco di questo gruppetto invece che comprarsi l’ultima release dei Cannibal Corpse nel negozio sotto casa: entrambi i prodotti sono ripetitivi e stantii ma almeno quest’ultimo reca sulla copertina un nome che dovrebbe assicurare contro dischi suonati male (mentre i Visceral Bleeding, per quanto buoni strumentisti, sono degli illustri sconosciuti). In poche parole perché spendere dei soldi al buio per un prodotto buono ma inconsistente quando si possono avere lavori delle stesso tipo garantiti da grandi nomi? Questo è il tipico disco che fa mal sperare, quello che fa paventare, ad ogni metallaro che si rispetti, la morte del Brutal Death; l’unica cosa che lo salva è l’ottima tecnica degli esecutori, ma purtroppo non basta. Spero che i seguenti lavori siano più espressivi.
Elenco tracce testi e video
02 Carved Down to the Bone (02:48)
Smashed up face, cracked bones, broken skull
Carving deep into his body, digging for his dirty soul
Through the tissue, slicing, hacking, vicious way to meet my goal
Screaming out in agony, need the pleasure of his torture
Impose this empty, naked feeling, purge my from my core
Tiny piece of meat, carve from him
Open up his bowel, sick amount of gore poured out
Soaking my clothes, my face coloured red
My intentions for this carcass is to stimulate my desire
Carve..slice, bring myself to absolute sickness
Smear myself with his blood, frenetic stabbing slicing and dicing
Carve down to the bone, see how far I can push myself
Violate and butcher, carving in my signature
Hang his body up on meat hooks, let the metal pierce his skin
Cut him up, obsessed by the cruelty, the cruelty that has filled my being
Sweet taste of brutality, lurking in the shadows I am
Patiently awating victim
To mutilate
Leaving a trail of ill-treated bodies
Shallow graves with corpses that are carved down to the bone
Carving deep into his body, a frenzy of self-hate exposed
Through the tissue, slicing hacking
Through the meat down to the bone
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