1996 - Sanremo, era l'anno della vittoria mancata di Elio e le storie tese, quella "Terra dei cachi" misconosciuta dal senno di poi di Rocco Tanica che fece tirare il fiato a tutta Italia ( sospiro di sollievo per alcuni, suspence per molti altri ).
Un Sanremo che per certi versi avrebbe potuto esser rivoluzionario, se la vittoria dei Jalisse l'anno dopo non avesse riportato la manifestazione sui soliti fiumi di parole ( e pochi fatti ).

Durante quella settimana di musica italiana comunque, gli Amanti della musica avevano di che esultare. Non solo Elio era dato favorito, ma un gruppo sconosciuto si stava facendo strada tra i giovani con una particolarissima proposta del canto a cappella.
All'epoca Marco Boccito de "Il Manifesto", in un impeto entusiastico al limite del visionario li chiamò: "I nuovi Brutos", "Il quartetto Cetra in acido", "I neri per caso ubriachi", "Bobby Mc Ferrin interpretato da Alighiero Noschese".

In effetti è proprio questo l'effetto delle Voci Atroci di Andrea Ceccon, un gruppo che, dopo un esordio promettente intitolato "Cattiveria naif" ( album in cui si parlava di funerali dello zio ricco e di bottiglie di Amaro Lucano ) tentarono il grande salto alla musica seria con "Saluti da Saturno".
Per esser sicuri, fecero anche una prova del nove d'eccellenza qualche tempo prima, quando Mina li volle sul suo LP "Leggera" a riarrangiare "Suona ancora" dei Casino Royale.
Prova riuscitissima ed ottimo auspicio per questo "Saluti da Saturno", album che si stacca completamente dal genere canzone per approdare a forme più adulte: quel jazz a cappella che parte da Al Jarreau ( ma meno fighetto ) e da Mc Ferrin ( se possibile, con più sense of humour ) e termina con le opere a cappella dei Quintorigo ( tirandosela molto, ma molto meno ). Unico strumento: la batteria, presente in tutte le tracce e portata con sensibilità, su tempi quasi sempre regolari.

Parlando della musica: tracce come "Arrivano i marziani", "Ostchakapumpa", "Bossa" ( Che vuol dire "Sta' attento" in dialetto genovese ) e la maestosa "Verde Fastidio" mettono forse quell'attimo per entrare nella testa, non essendo "catchy" il genere di per sè, ma basta qualche ascolto approfondito per iniziare a parlare come un marziano. Anzi no, come un saturniano.
L'album è ulteriormente impreziosito da pezzi brevi come "Ora no casa 5" ed "Ora no casa 6" ( registrazioni per improbabili messaggi di segreteria telefonica ), che non si dimenticano un approccio goliardico e carico di sense of humour, tanto per ricordarci che, in fin dei conti, non stiamo ascoltando musica seriosa.

Per fortuna.

Elenco e tracce

01   Senti Un Po' (00:08)

02   Dabiba (04:09)

03   Ora No Casa 5 (00:31)

04   Verde Fastidio (05:17)

05   El Babalao (03:47)

06   Stiamo Venendo 2 (00:44)

07   Tutta La Verità Su Ustica (07:57)

08   Barbara (03:25)

09   Stiamo Venendo (00:37)

10   Ostchakapumpa (04:09)

11   Lupus Et Agnus (03:00)

12   Digital Sciamano (02:50)

13   Arrivano I Marziani (04:22)

14   Bossa (03:37)

15   Ora No Casa 4 (00:29)

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