il 21 Gennaio di 98 anni fa nasceva mia nonna Anna, per distinguerla dall'altra mia nonna che pure si chiama Anna, la chiamerò Anna; l'altra da piccolo la chiamavano "La nonna della scuola" essendo stata bidella delle materne del nostro paese. La nonna Anna ha sempre votato Democrazia Cristiana e mi ha insegnato le uniche due preghiere in croce che conosco. Di lei mi resta un pensiero rivolto a Gesù, il più luminoso ricordo di quelle invocazioni: "dolce cuor del mio Gesù, fa ch'io ti ami sempre più, dolce cuore di Maria, siate a salvezza dell'anima mia".
Mio nonno Carlo, il marito, odiava i comunisti: "i partigiani hanno fatto tante malefatte ed hanno rubato ai poveri, oltre ai ricchi" e faceva da contro-altare al mai abusato: "LUI ha fatto anche cose giuste". Il nonno non sopportava il fascismo, il nonno non ha mai ritirato la tessera fascista alla casa del fascio: "non sono mai passato di là" nonostante ogni mattina si faceva 20km in bici per andare da Van Dyke a piantar pali con una fetta di polenta in un taschino e una fetta di salame nell'altra. Mio nonno non era interessato alla politica ma è sempre rimasto fedele alla sua neutralità: "nè con i fasci, nè con i rossi". Inutile dire che mio nonno è nato "due volte senza niente" ed è morto leghista, ma non nel becerismo di questi giorni ma in un ideale secessionista progressista, sporcato dai Lumbard.
Il partito. Io sono cresciuto nella metamorfosi riformista di sinistra dai Democratici di Sinistra, alla Margherita, da Rifondazione all'Ulivo, fino ad arrivare a questo Partito Democratico che non si punge un dito pur di non vedere il rosso sangue; siamo rimasti con Potere al Popolo e Liberi e Uguali, con i brunorossi e D'Alema.
Il comunismo non ha vinto ha vinto il nemico di tutti i giorni, ha vinto il pentapartito e di comunisti in giro nemmeno la puzza d'erba. Il PCI è morto e oggi sventoliamo il carcame sorridendo e ripensando ai bei vecchi tempi dove l'egoismo sembrava soppiantato dal socialismo dilagante. Si parlava dell'idillio statalizzato emiliano e della libertà Bolognese, gente operosa con il vizio della pigrizia, mentre in Veneto c'erano gli scheletri dei capannoni e accumulatori di denaro altrui, una giungla industrializzata di invidia e malfidenza.
Oggi, in veneto, il comunismo è una pagliuzza negli occhi del leghismo che diventa trave nelle bocche dei politicanti. Gli operai stanno dalla parte del padrone per 50 euro in nero in più, non sanno cos'è il classismo e se possono fottono il proprio comp...collega, il sindacato è venduto e collaborazionista del capitalismo spinto ma diventa amico appena un'ora di straordinario non viene messa in busta; infondo siamo tutti comunisti col culo degli altri.
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