Pigro ed indolente, forse anestetizzato dalle bottiglie di Jameson che si scola sistematicamente ad ogni concerto, a Nathan Williams è bastato, tutto sommato, veramente poco per guadagnarsi le copertine delle riviste musicali più alla moda. Una rissa, strafatto di ecstasy e Valium, con il suo batterista prima di un concerto, un esordio totalmente naïf ed autoreferenziale ed un dichiarato amore per le sostanze (24enne alcolista) ne hanno fatto una sorta di nuovo maudit della musica indipendente internazionale. Una sorta di punk per la generazione dell'MDMA.

Ma, a parte questo gossip di terz'ordine, Nathan Williams non sarà il nuovo acquisto della nutrita schiera di indie-meteore create dalla stampa di settore negli ultimi anni e, dopo aver abbandonato la bassa fedeltà ed il suo stile sfrontato fino al grottesco dell'esordio, questo baldo giovane dal ciuffo alla moda ci propone un rock'n'roll tra i più freschi e vitali dell'ultima decade. "King Of The Beach" (Fat Possum) è, infatti, un disco, finalmente, fatto di canzoni e dotato di una produzione. E' un disco divertente e divertito di pop chitarristico e rumoroso, che suona come un microcosmo adolescenziale, come tutta la scuola punk californiana (Adolescents in primis), come la miglior scuola indie americana (Hüsker Dü, Nirvana, Sebadoh, Superchunk, Pavement, Pixies...) e come il compianto Jay Reatard (periodo Reatards), del quale raccoglie testimone e sessione ritmica, motivo per il quale, questo, non è più un disco di Wavves, ma dei Wavves (Stephen Pope e Billy Hayes mettono la firma su tre canzoni in totale). E' (indie-)rock solare, a partire dalle suggestioni surf del titolo del disco, ed impertinente dall'inizio alla fine, con qualche momento di pigra psichedelia (più da stasi che da viaggio; più per adolescenti da chill-out room che da Timothy Leary tickets) tra un ritornello e l'altro. Non rinunciando totalmente a certi rumorismi del suo primo disco, qua Williams, nonostante si diverti, qua e là, con tastiere e sintetizzatori, ne inverte però la tendenza: non più pop sotto una scorza di rumore, ma pop come polpa pregiata e già sbucciata. Notevole, ça va sans dire, la capacità di questo 24enne di cesellare un grappolo così consistente di melodie memorabili, talmente limpide da rimandare a quelle indimenticabili dei Beatles più Mersey, dei Ramones più bubblegum ed alle ariose armonie dei Beach Boys.

Per una volta, allora, in copertina ci finisce quello giusto. Perchè, Nathan Williams' just havin' fun!

Elenco tracce e video

01   King of the Beach (02:38)

02   Super Soaker (02:28)

03   Idiot (02:50)

04   When Will You Come? (02:31)

05   Post Acid (02:09)

06   Take on the World (02:42)

07   Baseball Cards (03:02)

08   Convertible Balloon (02:22)

09   Green Eyes (03:46)

10   Mickey Mouse (03:53)

11   Linus Spacehead (03:13)

12   Baby Say Goodbye (05:11)

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Altre recensioni

Di  Kurtd

 Un disco così bello, che si apre con una canzone estiva che ti invoglia a sorridere e che ti dice: “sei tu il Re della spiaggia”.

 La vera chicca la troviamo verso la fine, parlo di “Linus Spacehead”, una canzone liberatoria “i’m stuck in the sky, i’m never coming down”, stupenda.