Batterie campionate. Fiumi di note provenienti da tastiere di ogni risma. Sintetizzatori a go-go. Capigliature che dire appariscenti è un eufemismo. Questo è (quasi) tutto ciò che resta degli anni 80, come cantava Raf. Come nei '60 c'erano Beatles e Stones, nei '70 Led Zeppelin ed il Progressive, l'epoca del consumismo galoppante e dell'individualismo sfrenato porta in dote gruppi come gli Wham!, gli Spandau Ballet, i Culture Club, i Duran Duran. Ma anche Madonna, Prince, gli Eurythmics.

Ciò che era stato costruito con i sogni alimentati dagli allucinogeni negli anni '60, e distrutto successivamente con il punk (i cui ideali erano diametralmente opposti) si ricompone sotto altra forma. Ai nuovi idoli non è chiesto essere dei virtuosi del proprio strumento, no. Non si chiedono liriche da far impallidire Leopardi. Non devono avere atteggiamenti troppo anticonformisti. Tutto ciò che gli si chiede è di vendere la propria immagine, possibilmente nel miglior modo possibile, e pazienza se talvolta la musica passa in secondo piano. Se allora, come molti sostengono, ogni opera va giudicata nel suo contesto spazio-temporale di riferimento, quando si scorrono le carriere di gruppi come Wham! la prima reazione è di sorriso, la seconda di disgusto.

Il debutto del duo inglese vede dunque George Michael alla voce, coadiuvato dal "fantasma" Andrew Ridgeley. Per tornare a quanto sopra, questi due bei giovincelli altro pregio non hanno se non quello (opinabile) del bell'aspetto. Per carità, the good George ci mette quantomeno entusiasmo, e questo traspare dall'album. Se l'intento è quello di divertire, il giovine Giorgio raggiunge lo scopo con Wham Rap! (Enjoy What You Do?) (se non altro apprezzabile per il groove, come solesi dire negli ambienti colti) e con i fiati di Club Tropicana, oltre che con Bad Boys. Se invece si vuole andare direttamente al cuore delle pulzelle, ecco i sospironi di Nothing Looks the Same in the Light e la grinta di Love Machine.
L'impianto strumentale è praticamente inesistente; poco importa, se si dispone della voce, calda ed aggressiva a un tempo, di Michael. I testi riflettono appieno l'atteggiamento di questi due pseudo-bohemmièn diciannovenni, ragazzi a cui la sorte ha voluto dare davvero una grossa spinta verso il successo. Che poi solo uno dei due abbia saputo (in parte) sfruttare quest'onda, questo è un altro discorso. Per tre anni (1983-86) i due indossatori di giubbotti in pelle passeranno il tempo a cantare la vita dello scapolo impenitente e divertito, e di come non valga la pena barattarla per un matrimonio (come per esempio in Young Guns, singolo d'esordio).

Con il senno di poi, si potrebbe considerare l'intero progetto-Wham! come una sorta di anticipazione della carriera solista di George Michael. D'altra parte, la vita dell'imberbe teenager non può essere condotta all'infinito, e prima o poi si deve necessariamente crescere. Sfortunatamente, dopo i primi album il cantante si è perso nel pantano della sua stessa popolarità, con rare risalite.

Elenco tracce e video

01   Bad Boys (03:21)

02   A Ray of Sunshine (04:44)

03   Love Machine (03:20)

04   Wham! Rap (Enjoy What You Do) (06:46)

05   Club Tropicana (04:30)

06   Nothing Looks the Same in the Light (05:56)

07   Come On (04:24)

08   Young Guns (Go for It) (03:38)

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