Avvincente storia che vede come protagonista Mark Anders, troppo giovane per la guerra che lo ha coinvolto e in cui lui sfrutta il suo talento con la carabina di precisione.
Mark dà quello che può, compreso il suo sangue, poi torna a casa e la vita che conosceva non c'è più. Prematuramente trovatosi adulto, ha comunque bisogno di amici, e li trova negli ex commilitoni, a partire da chi divideva le trincee con lui, fino ad arrivare al Generale Sean COURTNEY, figura ingombrante, influente, massiccia e protettiva.
Quando gli appigli che lo hanno sostenuto si ritrovano schierati l'uno contro l'altro nell'aspra lotta intestina per gli equilibri politici del dopo guerra, Mark dovrà scegliere, e quella scelta comporterà necessariamente un tradimento.
Scrivo di questo libro per sottolinarne alcune atipicità rispetto allo standard (tanto osannato quanto criticato) di Wilbur SMITH. Il protagonista non è un super eroe, bello e infallibile. E' un ragazzo comune, con qualche talento e tante debolezze. E' indeciso, impacciato, soprattutto con le donne, e subisce gli eventi invece che cavalcarli. Alla lunga emergerà e catturerà le simpatie del lettore, ma in maniera molto più ordinaria, leggera, accettabile ai più.
Ma anche i fan di Wilbur troveranno pane per i loro denti affamati di trame avventurose: c'è l'Africa, onnipresente, co-protagonista da Oscar, con le sue malvagità e con le meraviglie a volte misteriose che la abitano. C'è il sangue, c'è il sesso, e c'è l'ormai epica figura del glorioso SEAN, capostipite di una famiglia di grandi uomini, eroe di guerra, imprenditore, dal carattere burbero. Chi lo ha seguito da quando, 50 prima, era partito senza un soldo in tasca alla conquista dall'Africa, resterà scosso e non poco quando si accorgera che...
Negli "Eredi dell'Eden" i COURTNEY sono solo ospiti del libro, non ne sono i protagonisti.
Ma Wilbur non perde l'occasione per contorcere le budella di chi legge orchestrando superbamente gli scontri generazionali tra i membri di una famiglia potentissima e politicamente schierata. Lo scontro tra Sean e Dirk, padre e figlio, mette a nudo tutto il marcio in cui l'uomo può cascare se spinto dall'avidità e dalla sete di potere; chi legge, inorridito da alcuni passaggi, non potrà che allargare le mani e constatare che quel marcio è verosimile, che quel marcio "accade", e che Wilbur lo sa rendere con disarmante freddezza.
Libro difficile, crudo, reso a tratti pesante da descrizioni per una volta evitabili della fauna. Ottimo per gli appassionati, che come me non riusciranno comunque a smettere di leggere, buono per gli scettici che alla luce della perizia delle descrizioni socio\politiche, e delle diversità rispetto agli standard di cui ho detto, magari supereranno il vecchio adagio che "chi scrive di sangue e sesso solo per vendere", non abbia magari un vero talento che accompagna le sua dita sulla tastiera.
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