"Tutti conoscono la storia di Moby Dick. Io ho persino letto il libro." (Dylan Dog aka Tiziano Sclavi)


Quando trasmisero la prima volta "L'Esorcista" in televisione avevo dieci anni. Facevo la Quinta Elementare.

Ricordo soprattutto le polemiche di quei giorni (i più si chiedevano se fosse il caso o meno di trasmetterlo), tutti i "Parental Advisory" e persino la mia maestra a raccomandare alla classe (e telefonare a casa ai genitori per ribadire il concetto) di non guardarlo.

Ovviamente ricordo anche che grazie al fratello "grande" di un mio compagno, il giorno dopo, avevamo bella e pronta la videocassetta che, a casa dello stesso, "ci sparammo" il Sabato successivo bigiando, credeteci o no, catechismo... Ma stavo parlando delle polemiche: ebbene furono talmente aspre che quelli di Fininvest decisero di spostare la messa in onda di un'ora (in quella che allora era la seconda serata cioè alle nove e mezza!).


Molte cose sono cambiate: la prima serata ora non parte prima delle nove e un quarto, il pubblico italiano si è abituato a brutture tali, viste persino nei telegiornali, che certe scene del film di Friedkin possono sembrare umoristiche, le reti TV ormai hanno lasciato andare tutti i cavalli etici etc.

Insomma, il mondo è talmente diverso che ieri sera le reti Mediaset l'hanno trasmesso in prima serata (e senza troppi Alert prima) in controprogrammazione al Festival della Canzone Italiana di Sanremo...

Non so se solo io trovo divertente la cosa: sono comunque sicuro che molti (ma non il sottoscritto) potrebbero pensare che "controprogrammare" un Horror contro l'orrore delle canzonette sanremesi potrebbe essere un'idea efficace.

Di sicuro io, nonostante l'abbia visto decine di volte, non ho resistito alla tentazione di riguardarmelo e (ri)provare quel sottile piacere che nasce quando ci si trova per le mani un "cimelio" personale per il quale si è provato (e si prova) molto affetto. Molti hanno un orsacchiotto, altri un monopattino, altri ancora un vecchio album di figurine: io ho "L'Esorcista" (e da qui si spiegano molti dei miei problemi).


La trama la conoscete già tutti e pure tutte le controversie: siete pure edotti su quanto questo film abbia diviso e divida pubblico e critica quindi mi limiterò a un paio di considerazioni (molto) personali (che, tra le altre cose, già ci sono un paio di Recensioni nel sito).

La prima è puramente stilistica: è vero, tutto quello che riguarda i momenti puramente Horror accusa i segni del tempo. Tanta acqua (e sangue) sotto i fiumi di celluloide è passata, in questi quasi quarantadue anni, da far sembrare certe cose abbastanza superate (eccetto le battute di Regan/Capitan Gaio che "spaccano" tuttora). Certo è che con la giusta contestualizzazione, riguardo l'epoca, appaiono tutt'altro che banali ma, si sa, l'essere umano ama poco guardare al Passato e vive solo di novità. Quello che non è invece invecchiato è la solidità di regia (cioè, stiamo parlando di Friedkin...) che riesce pure a nascondere certi vuoti di sceneggiatura (mirabile a proposito il primo dialogo tra padre Karras e la madre di Regan o la breve scena della passeggiata di quest'ultima con l'accenno di "Tubular Bells"). Un modo "asciutto" di girare, persino nelle scene più cruente, che si esalta nei momenti di pura attesa (sia didascalica, vedi il lungo incipit, che io amo moltissimo, sia di tensione): una metodologia che purtroppo oggi appare un po' trascurata (con poche eccezioni).

La seconda è puramente "di Costume": saranno anche passati molti anni e molti film Horror/Thriller, con protagonisti bambini, ma nella (ideale) classifica dei figli che mai e poi mai vorresti avere Regan Theresa MacNeil rimane saldamente e per distacco, a mio modo di vedere, al primo posto.

Per tutto il resto c'è Capitan Gaio.


Mo.


"Sarebbe una volgare esibizione di potenza, Karras!" (Regan MacNeil aka William Peter Blatty)




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