Tra tutti i gruppi techno-pop, forse la Yellow Magic Orchestra è stata quella che ha meglio interpretato il genere.
Le loro vignette ballabili, composte da suoni mirabolanti di synth analogici erano davvero irresistibili.

Vennero alla luce nel 1978, ma è con quest'album, il secondo della loro discografia, che si fecero conoscere anche al di fuori dei confini giapponesi. É qui che cominciò l'avventura del grande Ryuichi Sakamoto, che con i suoi riff di tastiera contribuisce in maniera fondamentale al sound del gruppo. A sentirli oggi alcuni brani tipo "Technopolis" sembrano colonne sonore per videogame vintage, oppure sigle per cartoni animati, ma è proprio questo "sense of humor" a rendere il gruppo riconoscibilissimo.

Non dimentichiamoci che che quest'album ha anticipato tutto il techno-pop britannico, strizzando l'occhio ai ritmi robotici dei Kraftwerk, talune volte superandoli anche in fantasia. I due episodi finali in particolar modo, la suadente title-track e l'ipnotica "Insomnia" sono davvero di notevole livello, e rappresentano quasi lo stato dell'arte del genere.

Nella storia della musica elettronica "commerciale" non ci sono molti lavori migliori di "Solid State Survivor", ragion per cui se stravedete per i sintetizzatori d'annata compratelo ad occhi chiusi. Vi regalerete oltre che un disco dannatamante travolgente, anche un pezzettino di storia.

Carico i commenti... con calma