Qualche anno fa facevo parte di una comitiva composta in larghissima parte da maschi villosi, nerboruti e perennemente arrapati.

Non che io non lo sia, intendiamoci, ma avevo opinioni diverse circa il modus operandi per poter dar sfogo alle nostre passioni.

Per i miei compagni di avventura, influenzati evidentemente dai programmi della De Filippi, il modo più facile e sicuro per abbordare era rappresentato dalla discoteca.

E così si arrivava al sabato sera in cui si procedeva ad un rituale alla Tony Manero, con preparativi meticolosi sia per quanto concerne l'aspetto estetico, sia per quanto riguarda le sostanze più o meno legali da ingurgitare.

Morale della favola, mai, e sottolineo mai, ho rimorchiato in discoteca.

Di certo, non mi aiutato il mio odio viscerale per la discoteca tout court intesa che considero un luogo di alienazione, una passerella di gente che si mette a lucido soltanto per far vedere a tutti gli altri quant'è figa, in un sorta di autocelebrazione onanistica che, talvolta, è più appagante dell'orgasmo stesso.

Conseguenza inevitabile di questa situazione, era il mio odio per un qualunque tipo di suono elettronico provenisse dal mio stereo.

Dopo alcuni anni da quando decisi di farla finita e, quindi, di appendere la magliettina attillata al chiodo, lentamente la mia avversione per la musica elettronica è andata via via scemando.

Certamente non sono un esperto, ma talvolta sento il bisogno di suoni plastici e ritmi che mi scuotano un po' dal torpore di alcune giornate davvero troppo uguali alle altre.

Ed ecco che scopro Yendri, creatura tedesca sessualmente non definibile (un po' alla Sopor Aeternus, per intenderci) dalla voce ora melodiosa, ora sussurrata, ora rauca, a seconda della velocità in byt della traccia (spero non me ne vogliano gli esperti del settore se commetto qualche imprecisione qua e là).

Il genere suonato è una sorta di Ebm molto melodica, con forti influenze new wave e sottofondi gotici.

Il suo ultimo disco, uscito lo scorso anno, s'intitola "Malfunction" ed è un'opera molto variegata in cui si alternano canzoni più lente e d'atmosfera ("Nayaara", "Right Now (For the First Time)" ad altre decisamente più ritmate e danzereccie ("The Beast", "Lantra" , "Maya Sister").

L'apice di "Malfunction" è forse "I Will Found You", canzone velocissima che certamente vi farà trasmetterà delle forti scosse corporee tarantolate.

In conclusione, dedico questo disco a coloro che odiano la mondanità e la monotonia dei fine settimana danzanti, ma che scoprono avere un'anima tamarra che è stata a lungo repressa.

Parlando sul serio, si tratta di un buon lavoro di musica elettronica che, forse, vi darà lo stimolo per iniziare a conoscere il genere.

P.s.: sul sito di Yendri potrete ascoltare qualche secondo di tutte le canzoni che compongono "Malfunction".

Carico i commenti... con calma