Quando lessi di questo doppio concerto, di questo abbinamento che De Angelis aveva combinato per il consueto festival annuale che si tiene ad Ercolano, ero felice. Ero felice per il semplice fatto che un abbinamento del genere, due artisti che affrontano due generi musicali totalmente diversi eppure così uguali, non lo trovi  sempre, normalmente.

Aprono le danze gli Yo Yo Mundi, con un concerto di circa un'ora e un quarto sulla Resistenza ovvero sulla banda Tom. Alternano momenti musicali a veri e propri pezzi recitati, il tutto seguito da immagini e filmati dell'epoca.
Lo spettacolo parla dell'eccidio della banda Tom, formazione partigiana caduta in un'imboscata tesa dai nazifascisti sulle colline del Monferrato.
Aprono il concerto con la bellissima rivisitazione de "Le Storie di Ieri" di De Gregori, inserita nel bellissimo "Volume 8" della premiata ditta De Andrè-De Gregori. Proseguono il loro concerto eseguendo brani come "L'ultimo testimone" e una bellissima versione di "Bella Ciao" che nulla ha da invidiare alla seppur bella versione dei Modena City Ramblers.
Vengono recitati pezzi presi da Fenoglio, intensi, struggenti che hanno catturato l'attenzione del pubblico che ha reagito allo spettacolo con molta partecipazione.
Vedere gli Yo Yo Mundi dal vivo è una bella esperienza, non per questo il quotidiano inglese "The Guardian" li ha definiti "i Clash con la fisarmonica".

Subito dopo giunge il momento del napoletano Daniele Sepe accompagnato dal suo valido gruppo e da una presenza piacevole (oltre che da una voce incantevole) ovvero Auli Kokko.
Come molti sapranno, Daniele Sepe è un virtuoso del sax, artista da sempre impegnato nel sociale, molto interessante per il fatto che è riuscito ad introdurre nel circuito dei centri sociali un genere (il jazz) che non veniva affatto considerato in questi luoghi.
L'esibizione è stata davvero spiazzante, come d'altronde m'aspettavo. Ha eseguito una sorta di jazz sporcato da ritmi tarantolati, dal funk e che trova le sue radici nella musica napoletana.
Il concerto non è stato affatto tedioso, nonostante il pubblico tranquillo non composto propriamente da giovani, ed era sicuramente ballabile.
Da tenere presente la qualità dei musicisti che lo accompagnano sul palco, che lo seguono negli assoli e nelle costruzioni ritmiche, il tutto coadiuvato dalla splendida voce della svedese, dalle origini finladesi, Auli Kokko.
E soprattutto gran finale con un bis inaspettato ed eseguito "a braccio" ovvero "Les amoureux des bancs publics" di Georges Brassens intervallato dalla splendida canzone napoletana "Je te voglie bene assaje" con maestria e facendo divertire il pubblico, intanto, accorso sotto il palco a cantare e ballare.

Insomma grande serata sicuramente, dove protagonista è stata un certo tipo di musica che, dal combat folk fino al free jazz, ha saputo tenere incollato il pubblico alla sedia donandogli note e cultura popolare che, spesso, viene dimenticata dai più.

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