"The Lobster", per il quale @aleradio è andato in brodo di giuggiole stringendo i pugnetti sotto il mento come un’adolescente giapponese, me lo sono perso.

E sì che avrei voluto vederlo, Collin Farrell che diventa un’aragosta (ahah).

Invece mi sono visto questo sacrificio del cervo sacro, che non avrei dovuto vedere, stavo per vederne un altro e a conti fatti avrei fatto meglio a dar retta al mio istinto, dato che sto film, tutto sommato è una mezza merda.

C’è di nuovo Collin Farrell… è un chirurgo che subisce la vendetta di un ragazzo, figlio di un paziente morto sotto i suoi ferri, forse colpevolmente.

La vendetta colpirà il suo intero nucleo familiare, i suoi due figli e sua moglie una Nicole Kidman à là eyes wide shut

Fin qui ci si può anche stare. Come però la vendetta si materializzi non è dato sapere… stregoneria? Non si sa, succede e basta.

E come se ne esce da questa vendetta feroce? Con un sacrificio…

Liquidato con due parole inizio svolgimento e fine dovrei dire qualcosa sul film.

Farrell e Kidman sono molto bravi, una garanzia. Anche il ragazzo e i due figli se la cavano piuttosto bene.

Ci sono diverse sequenze che lasciano il segno. Il film tecnicamente è molto valido.

Lanthimos, 45enne regista greco, si da un gran da fare tra piani sequenze, riprese dall’alto, senso di simmetria (qualcuno ha azzardato un paragone con Kubrick per questa scelta) . anche l’uso della colonna sonora è riconducibile alle scelte del grande maestro. Nella colonna sonora de Il sacrificio del cervo sacro troviamo György Ligeti (le cui musiche Kubrick aveva usato non solo in Shining, ma anche in 2001: Odissea nello Spazio e Eyes Wide Shut).

Sontuoso e opprimente, il sacrificio è un drama-family-movie dalle tinte forti, troppo forti… non si sa bene dove voglia andare a parare, diciamo che parte come una specie di thriller che vira poi nell’horror…

Sebbene Lanthimos si sia già distinto come un regista autoriale di “rottura” uno di quelli che si ama o si odia e per questo sia stato accostato a Lars Von Trier oppure a Michael Haneke (in questo film lo “cita” ora si dice cita… non copia) con il quale condivide un potente senso di provocazione/shock verso lo spettatore, sebbene (dicevamo) sebbene blablabla……………………… sebbene un cazzo! …a lanthimos mi sa che gli sfugge di mano qualcosa e soprattutto si impone, per il sottoscritto, come un regista di rottura sì, ma di coglioni!

Ora, Von Trier l’ho visto poco e forse l’ho capito meno ma Haneke… Haneke nel suo Funny Games (un capolavoro per chi scrive) non si limita a provocare e disturbare lo spettatore ma mostra l’esplosione di violenza come un qualcosa di mostruosamente “normale” all’interno di una società malata, deviata. Cavolo ci sono dei contenuti e tutto è funzionale all’esposizione degli stessi. Tutto è coerente e purtroppo realistico, possibile… e se anche hai il telecomando e puoi decidere di interrompere il massacro, quello avverrebbe lo stesso, magari col rewind… oppure da un’altra parte dove tu il telecomando non ce l’hai…

Nel sacrificio invece manca non solo la sospensione dell’incredulità, necessaria per farsi andare bene che sta vendetta si concretizzi perché sì… soprattutto, manca il nesso logico (???) ovvero: sarà il sacrificio a chiudere un cerchio che cerchio non è…

Risultato? Ha vinto la palma a Cannes come migliore sceneggiatura! Ahahah che sagome sti francesi!

Ad ogni modo, se si esclude che la storia e l’epilogo siano una cazzata, che sia risultato derivativo qua e là (ma pure sotto e sopra e a destra e a sinistra) il film è buono e Lanthimos (regista autoriale del momento che deve piacerti per forza) è molto bravo.

Carico i commenti... con calma