Avete presente cosa si prova a viaggiare su una macchina del tempo e fare un volo temporale di 1000 anni?
No??
Allora vi basta posizionarvi verso la fine del brano di aperture di questo album, aspettare che finisca, e che inizi il successivo.
Che le urla laceranti dell'uomo schizoide del ventunesimo secolo (21st Century Schizoid Man, con l'inciso "niente di quello in suo possesso gli è veramente necessario" che è di una attualità niente male) lascino il posto alla pace pastolare evocata dai flauti all'inizio del secondo brano (I Talk To The Wind).
Questo album rappresenta per molti la nascita del movimeto progressive (i temi sono stati ripresi da tanti gruppi progressive, a cominciare dai Genesis) ma definirlo solo come pietra miliare è sicuramente riduttivo.
Il Re Cremisi, per chi non ne fosse a consocenza, altro non era che Federico Secondo di Svevia, il primo uomo moderno, il nemico della chiesa (non per niente fu proprio quest'ultima a trovargli quell'affettuoso soprannome dal sapore mefistofelico).
La fusione sinergica fra musica e testi (di Pete Sinfield, a proposito date un'occhiata al sito www.songsouponsea.com) raggiunge in questo disco dei livelli sublimi.
La contapposizione fra un passato di armonia e felicità perduta (ma non era tanto vero visti gli esperimenti che l'uomo "moderno" si dilettava a compiere...), ripresa poi dai Genesis di Time Table, e la dissoluzione e l'assenza di valori dei nostri tempi è in continua evidenza sia a livello musicale che a livello dei testi.
Un esempio?

Brano: In the Court of the Crimson King
Locazione temporale: tempi moderni (praticamente i nostri)
Impronta musicale: ritmica incalzante, forte impatto di fiati sincopati, voce distorta e urlata di Greg Lake
Parole chiavi: filo spinato, paranoia, veleno
Brano: Moonchild
Locazione temporale: anno 1000 circa
Impronta musicale: dolci suoni di mellotron ancompagnano il canto sussurrato di Greg Lake
Parole chiavi: fiume, salice, uccelli notturni

Conclusioni:
Non si può negare che l'album, pur contenendo brani di infinità serenità, o forse proprio per il contrasto fra questi ultmi e i brani più tirati, possa suscitare nel suo insieme un impressione sinistra o "malata"...
Impressione sostenuta dall'impatto visivo della sua front cover degna di una versione illustrata dell'inferno Dantesco (l'autore è Barry Gogber, un artista inglese underground, morto giovanissimo a 26 anni) e dall ascolto del brano finale che dà il titolo al tutto, con i suoi toni apocalittici a base di trombe del giudizio e danze di marionette.
Infine, caso mai dovesse volerlo ascoltare, procuratevi la 30th anniversary edition. È di una qualità straordinaria.

Carico i commenti... con calma