Ecco che nel 1969 vediamo spuntare questo nuovo album, dei King Crimson.
Già solo la copertina fa paura, è sconvolgente la faccia dell'uomo che grida faccia a faccia con il futuro ascoltatore. Sembra quasi che ti voglia dire: "No, no, non lo fareeee! Non ascoltare questo album!!!". In realtà dietro questa bizzarra cover si cela un capolavoro. L'opera che definisce quello che è realmente il gruppo.
E' un rock progressivo molto strano, che si inoltra spesso in spazi angusti, in buchi da cui non si può uscire. Si apre con un brano piuttosto attivo: "21st Century Schizoid Man", che ormai è entrato nell'immaginario di ogni rocker come si deve. Ha dei ritmi di batteria (e non solo) molto strani, e procede quasi come un singhiozzo.
Il secondo brano è una vera poesia: "I Talk To The Wind". Un brano veramente imperdibile, e di una dolcezza incommensurabile. Indescrivibile.
Segue "Epitaph", un'altra sorta di ballata, un po' più vivace della precedente.
Il penultimo brano è il più lungo dell'opera: "Moonchild". Questo è anche il più strano dei 5, perchè è fatto di silenzi e di sussurri. Evoca intimità.
L'ultimo brano è la conclusione perfetta per l'LP. "The Court Of The Crimson King (+ "The Return Of The Fire Witch" e "The Dance Of The Puppets". Dei cori si alzano per esaltare un album che resterà nella storia.
Forse molti moriranno senza sapere chi siano i King Crimson, e perciò non immagineranno cosa sia questo album. Ma forse sarà solo un'altra fra le incompletezze degli uomini.
Album FONDAMENTALE.
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