270bis, uno dei gruppi più osannati della musica alternativa italiana. Oggi le loro canzoni sono diventate molto popolari fra gli ambienti di destra italiani, tanto che non pochi gruppi dal vivo ripropongono canzoni partorite dalla penna di Marcello De Angelis. Tuttavia c'è un lavoro passato un pò in sordina, e molto sottovalutato, secondo me, forse per i pochi riferimenti al fascismo. Parlo di "Incantesimi d'Amore", il primo album vero e proprio dei 270bis, ma comunque, tenendo conto delle musicassette precedenti, il terzo. È un album strano, variegato, molto ispirato, non diretto e dotato di una grande impronta artistica. Personalmente adoro ascoltarlo in macchina. Il sound è cupo, granitico, con un'ottima parte ritmica del basso e delle percussioni.
Inizia con "Barricate" che già ci prepara all'ascolto dell'album: si può avvertire da subito il sound granitico di cui parlavo. All'inizio mi è sembrata una pessima idea quella di mettere delle chitarre così sporche e rozze, poi ho cambiato parere.
"Non Nobis Domine" è un inno ai templari, in particolare a Jacques De Molay. È veramente una gemma e specialmente il ritornello ricorda molto Franco Battiato.
"Incantesimi d'Amore", dall'impronta orientale, è quello che io ritengo il capolavoro dell'album, insomma la famigerata canzone che ne vale l'acquisto. Continua la stessa scia intrapresa dalla traccia precedente: lenta, dolce, e non presenta chitarre distorte; delle grevi note di pianoforte cullano l'ascoltatore durante il ritornello. Magica ed evocativa.
"Raccogliero dei fiori per farne una ghirlanda
e mischierò i miei semi per farne una bevanda
mi chiameranno "Strega" e brucerò all'inferno
ma il mio spirito ora vola in questa notte d'inverno."
"Angelo Custode" invece è forse la traccia più debole dell'album, forse perché ancora non l'ho capita. Si però contiene un assolo di chitarra veramente mozzafiato, che non me l'aspettavo affatto al primo ascolto.
Ecco che l'atmosfera si fa più violenta con "The Guns of Verona Beach". La canzone è strutturata in due parti: la prima è quella più energica, esprime rabbia, rancore, e si intuisce di cosa parla:
"Ma se possono arrestarci non potranno mai fermarci
finché il cuore batterà il mio canto si udirà.
Per il sangue, per la terra, per la nostra libertà.
Per la patria."
La seconda parte si addolcisce, un pò come dire che gli ideali rimangono radicati in un uomo per tutta la vita:
"ma l'amore, ma l'amore mio non muore finché mi batte in petto il cuore"
Con "Oltre il confine" si calma nuovamente l'atmosfera, che si fa' un pò country, a dire il vero. "Politicamente Scorretto" mi entusiasma tanto per la parte ritmica del basso e della chitarra, tendente al funky. Il testo è divertente a parte il ritornello che non so cosa vorrebbe dire.
"Petite Chanson", come suggerisce il titolo, è una canzone scritta in francese, che non capisco. La musica però è divertente, potrei rifare lo stesso discorso di prima per quanto riguarda il basso e le percussioni "sintetizzate".
Manca poco alla fine dell'album, e ce lo possiamo davvero godere con due canzoni ben fatte.
"The Storm" è una lunga canzone dal ritmo incalzante cantata parlando, quello che noi tutti chiamiamo "rap". Non volevo dirlo, perché questa rispetto altri lavori rap è un vero e proprio capolavoro. Davvero bella da cantare, il ritornello è cantato da una ragazza che fa ricordare Elisa, dalla voce.
Per chiudere in bellezza, rilassiamoci, immaginiamo una monumentale Roma al tramonto chiudendo gli occhi, e lasciamoci cullare da questa composizione:"Roma LXXVIII E.F.". Ogni altro commento è superfluo.
Commento finale? Penso si sia capito che adoro questo album, mi piace ascoltarlo spesso. È un album difficile da capire, probabilmente al primo ascolto rimarrete delusi, ma vi assicuro che con gli ascolti vi piacerà sempre di più.
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