"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente."
(Dante, v. 1-3 Canto III)


Dopo l'ascolto di "The inside room", i primi tre inflazionati e famosissimi versi del III canto della "Divina Commedia", sono stati il più ovvio riferimento letterario che mi è venuto in mente. Attraverso quest'album, si riesce infatti a guardare all'interno di se stessi, si cerca la soluzione alla sofferenza.

Un lavoro immenso (sia in termini qualitativi che di assimilabilità), nato dalla mente dei tre musicisti che compongono i 40 Watt Sun, una novella band di doom metal. William Spong al basso, Christian Leitch dietro le pelli e Patrick Walker alla chitarra e al microfono. E' proprio quest'ultimo il perno di questa nuova realtà: gli aficionados del genere lo conosceranno sicuramente per i due album con i Warning, la sua prima creazione. Ormai però, i Warning sono morti. Le nuove idee di Walker non potevano secondo lui continuare all'interno del progetto Warning. Per questo motivo si è resa necessaria la formazione di un nuovo progetto. "Penso di essere cresciuto come musicista, oltre quelli che sono stati i Warning. Avevo bisogno di un nuovo progetto con il quale portare avanti le nuove canzoni, che sinceramente, vedevo poco adatte alla produzione dei Warning".

Da quì nasce il desiderio di Pat Walker di dare vita ai 40 Watt Sun. Il 4 marzo di questo 2011 è l'ora per la pubblicazione di "The inside room", un lavoro ancora una volta fortemente influenzato dal suo creatore e dal suo modo di intendere la musica. Ascoltando il cd la prima cosa che balza subito all'attenzione dell'ascoltatore è il suono della chitarra: se in "Watching from a distance" dei Warning (quello che viene unanimamente considerato il loro capolavoro e una delle massime espressioni di doom metal nel nuovo millennio), la chitarra serviva anch'essa come "accompagnamento", qui ci mostra i muscoli. Un suono stridente e perennemente duro accompagna la magnifica voce di Walker, ad oggi uno dei migliori interpreti del genere nell'intero panorama mondiale. Il suo modo sofferente di interpretare la parte vocale lo contraddistingue da tutti gli altri cantanti della scena.

"The inside room" è quindi un viaggio nell'ignoto, senza la minima speranza di poterne uscire vivi. Proprio come Dante attraverso le infiammate lande infernali, The inside room non da tregua per pesantezza sonora e atmosfera globale. Batteria e basso servono soltanto per accompagnare i lunghi lamenti della chitarra, mentre la voce di Walker rende "Restless" e "Open my eyes" dei gioielli di sofferenza come poche volte sono stati creati. In "Between times" c'è appena il tempo per un leggero stemperamento della carica sentimentale delle prime due tracce. Poi ci si immerge di nuovo in un mare magnum di cupezza e momenti perduti con "Carry me home" e "This alone". Cinque brani che non lasciano spazio a divagazioni di nessun tipo, ma anzi aprono delle vere e proprie ferite. Su tutto ciò si ergono dei testi altamente personali, fin troppo intimi per non sentirsi in qualche modo partecipe dei versi di Walker.

Nell'estrema semplicità sonora della proposta, i 40 Watt Sun riescono a creare un cortocircuito di emozioni, trattanto con estrema franchezza i canoni stilistici del doom metal, definizione che va anche stretta al cd. Walker e i suoi musicisti si mettono al servizio dei sentimenti e creano un'altra meravigliosa perla, che sfiora le vette del capolavoro "Watching from a distance". E scusate se è poco...

"You make me know myself"


1. "Restless" (10:45)
2. "Open My Eyes" (10:43)
3. "Between Times" (6:54)
4. "Carry Me Home" (9:38)
5. "This Alone" (9:30)

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