Ed eccola: l'energia. Sferragliante.

Detroit non mi ha mai fatto del male. Anzi gira e rigira, mi trovo a tornare sempre lì. Tra Stooges ed MC5, come se avessi stretto un patto eterno con questa gente. Ok, di tanto in tanto mi allontano un po', magari compro dello zucchero filato, faccio un giro e monto su altri ottovolanti ma loro lo sanno che poi ritorno e ci sbronziamo di nuovo insieme. Sono legami d'intesa che con le parole non si possono esprimere. Ma con il rock'n'roll sì.

A rinnovare quel patto stavolta ci pensano i 500 Ft. Of Pipe, un trio di vulcanici bastardi, in tipica formazione 60/70 (tastiera, chitarra e batteria) ma squilibrati quel tanto che basta per sfuggire alla formula prevedibile. Quindi, del tutto inutile e forzata qualsiasi descrizione relativa a queste dieci tracce, vi basti sapere che "Dope Deal" emana pura ed incontaminata energia rock'n'roll da ogni singolo solco.
Non un solo brano fuori fuoco: una mistura assassina di heavy-fuzz tinto di garage punk che a tratti si psichedelizza (terrificante l'uso delle tastiere, ronzanti e aguzze) e poi riparte in un assalto frenetico di chitarre acide. Se provi a chiamarlo semplicemente "stoner rock" questi selvaggi ti sputano in faccia. Qui è un delirio che frulla il meglio del meglio: un siringone di fuzz'n'roll da overdose garantita. Conosci quel che cerchi, sai quel che trovi. La forza infusa dal potere drogato dei Blue Cheer, il rifferama vigoroso dei Deep Purple, le radiazioni boogie-soul degli MC5, la furia nichilista, sfacciata ed ebbra degli Stooges ed un rincorrersi folle di nevrastenìe tastieristiche à la Doors: immaginate Ray Manzarek iperanfetaminizzato e lanciato in una sfolgorante dimostrazione di talento con gli Hawkwind che cercano di stargli dietro. Non ho mai sentito suonare un Fender Rhodes o un organo hammond –distorto, effettato, a tratti irriconoscibile- con tanta potenza e senso del groove, contemporaneamente unito ad un apporto vocale sensazionale (una timbrica grossa, urlata e melodica: "con le palle", tanto per capirsi) e ad una batteria compatta ed ultrapercussiva, capace di aggiungere quel tocco febbrile che getta ogni brano nelle fiamme.

Disco di platino in casa mia (cioè se potessi, ricomprerei quest'album 80.000 volte!) e tanto di cappello ai 500 Ft. Of Pipe: eleganti, cazzoni ed assolutamente inarrestabili. Perché "noi" di Detroit siamo fatti così, prendere o lasciare.

Ci si vede.
Aw-right?

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