Gli A Bunny's Caravan sono una band norvegese con un solo, validissimo album in studio: "Draining Puddles, Retrieving Treasures", pubblicato nel 2007. I generi riscontrabili nella loro proposta musicale sono l'indie, il post-rock e l'emo.

Le tracce sono sei, ben distinte e bilanciate, ognuna di esse capace di offrire all'ascoltatore un'esperienza unica e ricca di emozioni.

Volendosi un pò soffermare sulle influenze stilistiche degli A Bunny's Caravan, si può dire che a livello di voce è presente l'impronta tipica di Thom Yorke dei Radiohead, mentre i passaggi atmosferici mostrano qualche riferimento ai Godspeed You! Black Emperor, che traspaiono in modo evidente nei quindici minuti di durata della traccia finale, "Radio: P.C.". Nonostante il paragone con Thom Yorke che comunque calza a pennello, va anche messo in chiaro il fatto che il vocalist degli A Bunny's Caravan, rispetto al collega dei Radiohead, possiede una tecnica di canto parecchio differente: più multiforme, rockeggiante e meno sperimentale. Ascoltare la traccia "Cartwheels into the Abyss" per togliersi ogni dubbio a riguardo.

Come già leggermente accennato all'inizio, uno dei punti cardine dell'opera sta nella sezione ritmica, che presenta un ottimo bilanciamento tra passaggi atmosferici e momenti rockeggianti, fatta eccezione per la traccia "Resolving the Static" che soddisfa l'udito dell'ascoltatore tramite un'onnipresente chitarra acustica dal suono ferreo e intrigante.

Una forte sensazione di malinconia, invece, scaturisce dal profondo dell'anima dell'ascoltatore con le tracce "My Attic Relapse" e "Keeping the Wins", le quali propongono una stilistica emo che definirei progressiva o quasi.

Ogni singola traccia presente all'interno dell'opera possiede un marchio ben definito; è anche questa importante caratteristica a conferire un gran tocco di classe e personalità agli A Bunny's Caravan, il cui (unico, purtroppo) album in studio riesce - ascolto dopo ascolto - a sorprendere sempre di più.

Descrivere l'immensa bellezza di "Draining Puddles, Retrieving Treasures" e la gran quantità di emozioni da esso offerta non è facile, ma spero di essere riuscito a rendere l'idea almeno in minima parte. Nel dubbio ho intanto deciso di far uscire questa perla allo scoperto, considerando il fatto che sul web non ho trovato alcuna recensione italiana dedicata ad essa.

Come da titolo, "Draining Puddles, Retrieving Treasures" è per davvero un tesoro nascosto e, a mio giudizio, altamente consigliabile a chi adora il post-rock.

Carico i commenti... con calma